«La tutela del dolente contro laccaparramento della clientela è il nostro obiettivo strategico»: così lassessore ai Servizi civici di Milano Stefano Pillitteri ha preso posizione rispetto alla notizia che ieri ha sconvolto la città, con larresto di 41 addetti alle pompe funebri che corrompevano gli infermieri di otto diversi ospedali e case di cura per sapere quando e dove avveniva un decesso, in modo da intervenire prima della concorrenza e conquistarsi lincarico.
«Al di là di casi limite come questo, che ha una rilevanza penale, bisogna riconoscere che il tentativo di farsi pubblicità e di procurarsi il lavoro da parte di chi fa questo mestiere è purtroppo vecchia come il mondo - ha detto Pillitteri -. Questo però non significa che lamministrazione possa tollerarla».
Contro questi illeciti, il Comune ha varato lanno scorso il nuovo regolamento di Polizia mortuaria, con il quale si è fatto ordine nel settore, introducendo regole più severe: ad esempio, chi viene scoperto a fare accaparramento subisce la sospensione della licenza.
E lassessorato ha anche diffuso un vademecum per chi si ritrova nella triste situazione di dover organizzare il funerale di un proprio caro. Il libretto, che viene distribuito dal Comune allatto di svolgere le procedure burocratiche di rito, contiene consigli su come gestire la situazione e mette in guardia proprio contro coloro che si avvicinano proponendo i propri servizi.
«Purtroppo esiste ancora molta disinformazione sullargomento - rileva lassessore comunale -. Molti infatti non sanno che si può scegliere la ditta che si occupa del funerale anche attraverso il Comune».
Il nuovo regolamento di Polizia mortuaria ha infatti, fra le altre cose, rivoluzionato questa procedura, con lintroduzione dellaccordo di adesione fra Comune e pompe funebri, al posto della «convenzione» in vigore in precedenza.
Il dolente riceve un prospetto di tutte le imprese che aderiscono, ed è in grado di scegliere limpresa che più gli è comoda.
In alternativa, il cittadino può chiedere direttamente allufficio comunale lassegnazione di unimpresa, che viene scelta attraverso un sistema automatizzato.
In entrambi i casi, oltre alla praticità, cè anche il grande vantaggio di una tariffa fissa garantita dallaccordo con il Comune e alla quale le pompe funebri non si possono sottrarre: con differenze di prezzo consistenti.
«Secondo i dati forniti dalla Regione - continua Pillitteri -, un funerale richiesto privatamente costa in media 3500 euro: se si usufruisce della tariffa concordata, si scende a 1290. Praticamente la metà del prezzo».
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