Lo aspettano, ma non lo vedono mai. E adesso protestano. Sono gli «altri» candidati del centrosinistra in corsa per Palazzo Marino. Si chiamano: Davide Corritore, Milly Moratti e Dario Fo. Tutti e tre in corsa per le primarie dellUnione, tutti e tre in attesa di potersi finalmente confrontare con quello che - prima ancora della selezione popolare del 29 gennaio prossimo - sembrerebbe essere a tutti gli effetti già il candidato delle sinistre per il Comune. Ovvero: Bruno Ferrante. Lex prefetto milanese si sta muovendo infatti come se fosse già in campagna elettorale, abbandonandosi a un presenzialismo esasperato e partecipando a tutti gli incontri e le riunioni possibili e immaginabili. Ferrante incontra tutti, sindacati-comitati di quartiere-associazioni di categoria-partiti, ma si guarda bene dal confrontarsi con i suoi diretti contendenti. E cioè Corritore-Moratti-Fo. Se da qualche parte viene organizzato un confronto a quattro, lui non cè mai, nel senso che non si presenta mai. E a questo punto al trio di cui sopra è venuto un legittimo sospetto: o Ferrante li snobba volutamente, oppure qualcun altro (leggi, segreterie di partito) gli suggerisce di non partecipare ai «faccia a faccia».
Ieri uno dei tre outsider, vale a dire Davide Corritore, ha aperto il caso: «I partiti che sostengono Ferrante - ha chiesto - devono spingerlo al confronto con gli altri candidati della coalizione, per il futuro della coalizione stessa. Perché finora gli incontri si svolgono sempre a tre: il sottoscritto, Fo e Moratti. Noi lavoriamo sui contenuti e invitiamo gli altri candidati a fare altrettanto, affinché le primarie non si svuotino di significato».
Vedremo se Ferrante - o chi per lui - raccoglierà lappello in vista dei due appuntamenti previsti nei prossimi giorni e nei quali è prevista la partecipazione al completo di tutti e quattro i candidati dellUnione: martedì 21 dicembre, per un dibattito sul carovita, e domenica 22 gennaio, per un confronto finale alla viglia delle primarie del 29 gennaio.
Un invito al confronto «sui contenuti» è arrivato da Dario Fo. «La gente chiede cose concrete - ha spiegato il premio Nobel-.
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