In corsia 23mila euro di quadri nei cortili sterpaglie e rottami

Garze e pennelli, barelle e tele, siringhe e cornici. L’arte e l’ospedale, che binomio indovinato, necessario, urgente. Rimarranno folgorati i degenti in transito all’ingresso del padiglione Flaiani del San Camillo-Forlanini: ad attenderli troveranno appeso il maestoso «Giardino Fiorito», un’opera astratta di metri 1,40 per 2,70. Non si lascino divorare dall’invidia i frequentatori dei corridoi del padiglione Maroncelli: per loro, girato l’angolo, ecco le «Armonie di luci», un «trittico su tela, fondo materico, con giochi di velature e di colore con forme in movimento». Così recita non un catalogo in brossura, ma il preventivo timbrato e firmato dalla direzione approvvigionamenti del nosocomio. Che ha spianato la strada a una spesa di 7.500 euro iva esclusa per ciascun dipinto, più altri 4.800, sempre iva esclusa, per il «restauro della tavola di legno con immagini sacre del Maestro Tommaso Cascella, di proprietà aziendale». Totale complessivo dell’operazione: 23.760 euro all inclusive, come si legge in una delibera datata 23 dicembre 2009.
La notizia dell’acquisto e delle cifre scatena reazioni in fotocopia nei dipendenti interpellati: pensano a uno scherzo, e se la ridono di gusto. Ma basta un occhio alle carte perché il sorriso diventi una smorfia. Il clima è teso dopo il dietrofront sul muro costruito nel parco nei mesi passati: l’opera, a quanto pare abusiva, è stata abbattuta in fretta e furia tra Natale e Capodanno, con uno spreco milionario. E ora salta fuori quest’altro dettaglio, che è la cifra di come vengano amministrate le risorse nel nosocomio. «Non ce n’era proprio bisogno - commenta una figura di vertice - perché, da un inventario concluso poco tempo fa, risulta che alcuni quadri bellissimi sono in bella mostra nelle stanze di alcuni dirigenti». Un dettaglio che non abbiamo avuto modo di verificare, mentre è evidente che quei soldi potevano essere utilizzati diversamente. Magari per rimuovere un’automobile-rottame che da chissà quanto è parcheggiata in giardino, e che il decoro non lo aumenta di certo; per portare via mucchi di sterpaglie o sistemare muri malconci e tubature in brutta vista. Quello dell’arte, comunque, pare essere un vizio caro a chi tiene in mano le redini dell’ospedale. Qualcuno, a torto o a ragione, racconta infatti dell’imbarazzo della dirigenza legato a un episodio che risale al febbraio del 2007. Nei giardini fu piazzata la copia in bronzo della «Tête de Cariatide», che Amedeo Modigliani realizzò nel 1910.

All'inaugurazione partecipò pure l'allora ministro della Salute Livia Turco. Si disse che Modigliani fu curato al Forlanini nel 1903 e che quello era un modo per celebrare il suo passaggio. Peccato che l’ospedale fu inaugurato nel 1934, quando il grande artista era già morto. Da 14 anni buoni.

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