da Roma
I risultati di gettito della manovra 2005 «sono assai inferiori alle attese», mentre la Finanziaria 2006 «non è elettorale e va nella giusta direzione». Il giudizio della Corte dei conti è espresso dal presidente Francesco Staderini nel corso si una audizione al Senato. In particolare, rileva Staderini, nei primi nove mesi di questanno il gettito delle dismissioni immobiliari è stato pari a meno di 600 milioni (per la precisione 592) contro una previsione per lintero anno pari a 7 miliardi di euro. Insomma, non è stato incassato neppure il 10% di quanto previsto nella scorsa Finanziaria.
Landamento insoddisfacente delle vendite di immobili pubblici, spiega il presidente della Corte dei Conti, incide sulla mancata riduzione del debito pubblico. «Si è ancora molto al di sotto dellimporto minimo necessario - dice Staderini - per contribuire alla riduzione del debito». Lincasso dalla privatizzazione della quarta tranche dellEnel (4,1 miliardi di euro) serve semplicemente a frenarne laumento. Al contrario, avrebbe raggiunto gli obiettivi il condono edilizio: al 30 settembre scorso sono stati versati un miliardo e 653 milioni di euro (944 dei quali sono però iscritti nel bilancio 2004); se la terza rata, come prevedibile, sarà dello stesso ordine di grandezza, si raggiungeranno incassi tali da superare limporto atteso di 2 miliardi e 215 milioni di euro.
Per quanto riguarda il 2005, Staderini paventa «rischi» per quanto riguarda lautotassazione di novembre. Complessivamente, landamento delle entrate fiscali registrato fino a luglio è rimasto praticamente piatto (+0,14%), «ed è presto per dire se sono stati riassorbiti gli effetti legati agli sgravi Irpef e e allesaurirsi degli effetti del condono», aggiunge Staderini. E ricorda che leventuale ricorso al meccanismo tagliaspese negli ultimi mesi dellanno può garantire i conti di questanno, «ma il contenimento potrebbe provocare un effetto di rimbalzo, aumentando le spese nel 2006».
Il giudizio della magistratura contabile sulla Finanziaria oggi in Parlamento è, nella sostanza, positivo. «Va nella direzione giusta, non è una finanziaria elettorale - afferma Staderini - ma cè da chiedersi se la misura della manovra sia sufficiente». Si tratta di una manovra che «incide in modo molto severo sullentità della spesa delle pubbliche amministrazioni, soprattutto di quella decentrata, dei Comuni e delle Province: la riduzione della spesa locale - spiega il presidente della Corte - è pari al 67% del totale».
Nel mirino di Staderini anche la «tassa sul tubo», ma per un motivo ben preciso: quel che il governo incassa subito, spiega lalto magistrato, potrebbe essere perso poi in minori futuri dividendi delle società pubbliche come Terna e Snam Rete Gas. Inoltre, Staderini rileva i problemi di fattibilità «non tecnica, ma giuridica» venuti alla luce negli ultimi giorni.
Infine, la Corte dei conti esprime preoccupazione per come potrà essere gestita uneventuale sentenza sfavorevole della Corte di giustizia europea per quanto riguarda lIrap. «Di tutto ciò non si trova traccia nella manovra, ed è comprensibile - osserva Staderini - ma ci auguriamo che il governo sia impegnato a progettare misure compensative adeguate, da far scattare in caso di necessità».
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