
Flavia Perina, Maria Latella, Cesara Buonamici, Lorenza Ghidini, Myrta Merlino... Sono tante le Giornaliste italiane che si raccontano nel libro di Massimo Ferrarini (Luca Sossella Editore, pagg. 268, euro 20). Il volume è il seguito, al femminile, di Giornalisti italiani, pubblicato lo scorso anno. Infatti Ferrarini, che è imprenditore di mestiere e giornalista per passione (scrive per Libero e Gli Stati Generali), ha deciso di intraprendere un progetto sul giornalismo italiano, narrato attraverso una serie di interviste ai suoi protagonisti, e ora anche alle sue protagoniste. Come spiega l'autore, è un lavoro che nasce "dal desiderio di esplorare l'anima pulsante del giornalismo italiano attraverso le voci di coloro che lo plasmano quotidianamente". Lette consecutivamente, queste interviste a chi, di solito, si trova dall'altra parte, ovvero nel ruolo dell'intervistatore e non dell'intervistato, raccontano in filigrana anche la storia del nostro Paese, fra politica, cronaca, guerre, gossip, battaglie di genere, personaggi celebri. E sono anche, come scrive Ferrarini, "un mosaico di sguardi, sensibilità e approcci diversi" accomunati da un filo conduttore unico: "L'amore per la verità e la dedizione al racconto".
Ecco allora che, a partire da una "intervista immaginaria" con Oriana Fallaci, la leggenda del giornalismo italiano al femminile e delle interviste in particolare, il libro ci porta a incontrare una serie di volti e penne note dei media nostrani, che svelano anche numerosi aneddoti del mondo giornalistico e non solo. Flavia Perina, per esempio, ricorda il periodo giovanile al Secolo d'Italia e in particolare un direttore: "Alberto Giovannini, ottantenne completamente esterno al partito, era dell'area Socialismo tricolore, scrive il primo editoriale e lo intitola Io piscio controvento. I commissari politici in un giornale come questo ci sono sempre, telefonano al segretario del partito dicendo che questo titolo non si poteva scrivere, venne fuori una consultazione con le istanze superiori, lui si fece delle grosse risate, alla fine l'articolo uscì". Ci sono Lorenza Ghidini, prima direttrice di Radio Popolare, e Agnese Pini, direttrice dei quotidiani del Gruppo Monrif. C'è Hoara Borselli che parla di televisione, di politica, delle sue interviste per il nostro Giornale e di pari opportunità: "Bisogna faticare sempre a prescindere, se sei donna maggiormente, se poi sei anche di destra ancora di più".
C'è Maria Teresa Meli che rievoca il mondo dei retroscenisti parlamentari, con Minzolini e Verderami ad alzarsi alle 8 del mattino e a seguire i politici fino a mezzanotte, e c'è Maria Latella che racconta quando ha seguito le elezioni americane e intervistato Hillary Clinton (e ne è rimasta stupita, in qualche modo).
Cesara Buonamici sorride dei suoi strafalcioni, perché andando "a braccio" in trent'anni di telegiornale in diretta capita ("Ho detto Madre Pio e anche Dieci ufficiali accusati di alto gradimento"). E Myrta Merlino ricorda i tempi con Minoli e Santoro, e una cena con Alan Friedman, che pronosticò: "Myrta, io e te andremo molto d'accordo, io sono un ebreo newyorchese, tu una principessa napoletana"...