Roma - Una valanga di intercettazioni per l’inchiesta (incautamente) definita P3, quella dei tre millantatori professionisti con la passione per i grandi inciuci. Quindicimila pagine, centinaia di atti, milioni di parole in libertà. Del tipo di quelle registrate sul telefono di Arcangelo Martino, imprenditore della cricca col grembiulino particolarmente attivo nel tentativo di screditare il candidato del Pdl in Campania, Stefano Caldoro.
Il 16 febbraio 2009 al telefono con Martino c’è il sottosegretario Cosentino. E i pm fanno rientrare questa chiacchierata nel capitolo del dossier sui trans «che il gruppo sta preparando in danno di Caldoro ». Per gli investigatori è la telefonata che «inchioda» il sottosegretario all’Economia, anche se è ancora tutto da dimostrare. «Il Cosentino - spiegano i carabinieri a commento della trascrizione - afferma che bisogna proseguire e che la cosa importante è sbarazzarsi del rivale “e vabbè comunque andiamo avanti su un’altra cosa, basta che ci togliamo di mezzo quello lì e stiamo a posto”.
E dice anche che bisogna porre fiducia nel Sica (l’assessore dimissionato da Caldoro l’altro ieri,che avrebbe partecipato alla stesura del dossier, ndr ) nei confronti del quale però i due nutrono comune dei dubbi».
«TOGLIAMO IL CULATTONE»
Cosentino chiede comunque a Martino se gli ha portato la «documentazione», la risposta verte su Sica: «Quello sta là, il guaglione, ma penso che lui tra un’ora ce l’abbia». Per i carabinieri lo scenario del ricatto sulle abitudini sessuali di Caldoro è chiarissimo. Il «documento » è la velina a luci rosse che poi finirà sui blog. E Martino ci mette la ciliegina sulla torta: «Qua la cosa importante è...’sto culattone.E domani dice, vabbè togliamo il culattone e adesso parliamo ». Cosentino: «D’accordissimo, questo è l’obiettivo principale,poi tutto il resto è...».
Per scherzo Cosentino paventava l’idea di render tutto pubblico in una conferenza stampa allo stadio San Paolo di Napoli. Una battuta presa troppo sul serio dai pm. Curioso, infine, l’interessamento del presidente della corte di appello di Salerno, Umberto Marconi, alle vicende del dossier su Caldoro. Intercettato mentre si trova in compagnia del futuro assessore Sica chiede di Martino per fare il punto sulla situazione: «Quando ci possiamo vedere con l’amico, coso,che sta qui con me tra l’altro, per fare un po’ il punto della situazione, volevo capire un po’ (...). Avrei bisogno di capire, insomma, quando ci potimme vede?».
«FAVORI» PER IL CONVEGNO
Carboni, e soprattutto Lombardi, sono attivissimi nel mettersi a disposizione di tutti coloro che sono chiamati a partecipare ai convegni giuridici organizzati dalla cricca a Santa Margherita di Pula e non solo. Carboni, ad esempio, cerca di intercedere presso la linea aerea Meridiana a favore del sottosegretario Caliendo «per trovargli un posto sul volo della tratta Cagliari, sede del convegno, per Milano». Sempre Caliendo è incalzato ripetutamente per incontrare il presidente di Cassazione Vincenzo Carbone. Per un convegno Carboni e Lombardi si dilungano sui costi (ripianati da sponsorizzazioni di vari enti, fra cui la Regione Sardegna). Lombardi: «Ci vogliono altri soldini, intorno ai 36-37mila euro per le partenze (prezzo del biglietto dei voli degli invitati, ndr ). Poi ci vogliono circa 10mila euro per l’addobbo e quindi tutti i microfoni. E poi tremila per una presentazione di libri che presentiamo Formigoni e tutti gli altri candidati».
UN AEREO PER BASSOLINO
Carboni:«L’aereo,avevo capito male io?». L: «Sì, l’aereo per Bassolino, ha affittato l’aereo per Bassolino». M: «Ah ah viene? ». L: «Solo per Bassolino». C: «Viene con aereo privato, diciamo, ecco». L: «Eh, ho capito, per fa’ venni’ Bassolino...». C: «Sì, sì va bene». L: «Per altri da Roma o da Milano o da Napoli vengono con il treno o con l’aereo di linea». C: «Spero di provvedere insomma». L: «O mi fai un bonifico come vuoi tu perché ripeto devo dare gli acconti a tutti quanti che mi prestano».
EOLICO E MISTER X
Fra tanti nomi citati e stracitati, ce n’è uno che non torna. È quello di un «senatore» che si sarebbe messo a disposizione dell’assessore Farris e di Carboni per la questione dell’eolico. Si cita un certo senatore Fanciu, che non esiste. Esiste invece tale Sanciu, ex senatore sardo. Farris: «Ascolta una cosa ». Carboni: «Sì». F: «Un certo senatore Fanciu». C: «Sì, sì lo conosco». F: «È amico tuo?». C: «Sì, lo conosco, diciamo definirlo amico no, ma insomma una persona che conosco... una persona perbene». C. «Cosa deve fare?». F: «Sull’eolico» C: «Non ho capito». F: «Non so se hai capito». C: «No, che si sta dando da fare per l’eolico». F:«Sì».C:«Me l’ha detto lui,sta col romano, collabora col romano ».
SUA ECCELLENZA O SANTITA?
Un capitolo a parte merita il gergo dei sodali della cricca pseudo massonica. I commenti di Martino e Lombardi sono esilaranti e danno l’idea dei personaggi dipinti come Grandi Vecchi. Oltre alla nota espressione «che figura demmerda che abbiamo fatto » ricorrente ogni qualvolta il loro autonomo interessamento per risolvere determinate questioni non veniva risolto, i due si rivolgono in modo reverenziale al «maestro» Carboni. Martino: «La tua autorevolezza è senza confini, sono sugli attenti in macchina di fronte alla tua autorità santissima ». Oppure. «Santità, che bello ungimi! ungimi!» Carboni: «Ti benedico (ride) e ti perdono per tutti i peccati che non hai commesso». E ancora. M: «Santità, santità come stai?». C: «È vero, santità. Al cuore, al cuore le sue eminenze». Scendendo di grado, Martino chiama Carboni «presidente», «comandante », «capo».
LA COMMISSIONE DI GARGANI
Nel capitolo «operazioni di avvicinamento a rappresentanti delle istituzioni» ripetuti cenni vengono riservati ad Angelo Gargani, capo del servizio controllo interno del ministero della Giustizia, fratello di Giuseppe, europarlamentare del Pdl, quest’ultimo intercettato incidentalmente il 22.11.2009. Le telefonate fra Lombardi e Angelo Gargani hanno come riferimento il primo presidente della Cassazione, Vincenzo Carbone, ripetutamente interpellato da entrambi per sapere se è stata nominata una non meglio precisata «commissione». Seguono altre telefonate di Giuseppe Gargani, ma i magistrati capitolini non dicono niente di più e lasciano cadere lìl’intera vicenda.
IL PM, LO SMOG E FORMIGONI
In tantissime intercettazioni il governatore della Lombardia colloquia ripetutamente con i tipetti della P3. In occasione del ricorso per l’esclusione della lista per Lombardia, e si ripete allorché finisce indagato per smog in un’inchiesta sull’inquinamento atmosferico a Milano. Qui la cricca si propone per risolvergli l’impiccio giudiziario. Lombardi e Martino si attivano per avvicinare il procuratore aggiunto Nicola Cerrato che ha iscritto Formigoni al modello 21. Per arrivare al magistrato, Lombardi si attiva col sottosegretario Caliendo per farsi ricevere a Milano, poi cerca Angelo Gargani per ottenere il cellulare di Cerrato. Nel frattempo Lombardi telefona a Formigoni: «Posso salire?».
E il governatore: «Puoi venire quando vuoi, ma non credo valga la pena fare un viaggio speciale per questa sciocchezza ». Intanto Gargani dice a Lombardi che Cerrato lo aspetta in ufficio. «Ecco il suo telefono, ma mi conosce?». Certo, risponde sornione Lombardi: «E come non mi conosce. Pasqualino e amico di Giacomino (Caliendo, ndr ) e amico di Galgano, è amico di tutti». Quando finalmente riesce a contattare Cerrato, Lombardi dà il meglio di sè: «Intanto auguri per l’onomastico ». «Ma chi è?» replica Cerrato. «Ma sono Pasqualino ». «Pasqualino chi?». Lombardi: «Lombardi». C: «Ah, ma sei Pasqualone, tu sei Pasqualone! ». Prima di chiudere la telefonata Lombardi rassicura il suo interlocutore di aver ricordato «a Giacomino » (Caliendo, ndr ) una cosa
«di suo interesse».
IN VINO VERITAS
Il giudice Cerrato ringrazierà ancora Lombardi perché, come da prassi in altri tentativi di abbordaggio, riceverà bottiglie di vino pregiato, il Bue Apis Aglianico del Taburno 2004: «Ue’ Pasqualì è arrivato, grazie». Ancora vino, della stessa marca, Lombardi lo recapita al giudice Santamaria. L: «Personalmente ti ho mandato sei bottiglie di vino». S: «Ah, sei troppo buono Pasqualì, io devo, devo ricambiare ».
ANGELINO HA DETTO CHE LO FA
Formigoni, come già detto, finisce intercettato mentre cerca di capire come finirà la storia dell’esclusione della lista. Chiacchierando con gli improvvidi interlocutori fa presente- secondo i carabinieri che ha parlato personalmente con il ministro Angelino Alfano a proposito delle voci che vorrebbero un’ispezione nei confronti dei giudici che hanno bocciato la lista. «Ho ricevuto stamattina una telefonata da colui che si è impegnato a camminare velocemente ». Martino. «Invece». F: «E invece mi dice che non cammina affatto, né velocemente né lentamente, che è stato consigliato di stare fermo ».
A bocciare la richiesta della cricca è stato il capo degli 007 di via Arenula, Arcibaldo Miller. «A me mi chiamò Angelino, poi mi sono arrabbiato perché lui si era impegnato (...).
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