da Milano
Un giro dorizzonte sullo scenario congiunturale, con particolare attenzione al caro-petrolio, ai tassi di interesse e alla crisi del gas, la valutazione dei conti pubblici di alcuni Paesi europei e ladozione di un rapporto che sottolinea i rischi sul fronte della crescita economica e della tenuta dei bilanci statali derivanti dallinvecchiamento della popolazione Ue.
La due giorni Eurogruppo-Ecofin che inizia questa sera a Bruxelles allindomani del G-8 di Mosca, si porterà dietro, proiettandoli in parte a livello europeo, anche alcuni temi - tra cui quello della crisi energetica - dibattuti in Russia dai big delleconomia mondiale.
Dopo avere dato il via libera ai programmi di stabilità di Belgio, Lussemburgo e Austria, e a quelli di convergenza di Estonia, Lettonia e Slovenia, i ministri finanziari si dedicheranno infatti alla preparazione del Consiglio europeo di metà marzo, discutendo gli aspetti principali e i progressi compiuti dai singoli Paesi in rapporto agli obiettivi dellAgenda di Lisbona.
Passeranno quindi a discutere la possibilità di coinvolgere maggiormente la Bei in progetti finalizzati alla promozione della crescita e delloccupazione nei Paesi terzi, per dare poi il via libera alla nomina di Juergen Stark, attuale vicepresidente della Bundesbank, nel comitato esecutivo della Bce al posto del capoeconomista Otmar Issing.
Tra i punti che verranno approvati in automatico, oltre alla designazione di Stark, che prenderà servizio il primo giugno, cè anche laccordo faticosamente raggiunto dai 25 sulla proroga del regime di Iva agevolato nei settori a elevata intensità di manodopera. Uno scambio di vedute, infine, i ministri lo avranno sul delicato tema dellinvecchiamento demografico, muovendo da un rapporto che ne mette in luce limpatto potenzialmente negativo, in assenza di misure correttive sostanziali, sullandamento della crescita economica e sulla tenuta dei conti pubblici dei Paesi del Vecchio continente. Le analisi di Bruxelles indicano che tra il 2010 e il 2050 il numero delle persone in età lavorativa (15-64 anni) calerà del 16%, ossia di 48 milioni di persone. In aggiunta aumenterà in misura notevole (+77%, ossia di 55 milioni) il numero dei pensionati. Il rapporto tra persone che lavorano e pensionati, attualmente di 4 a 1, nel 2050 si dimezzerà a 2 a 1.
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