Economia

Crisi, l'Eurogruppo rinvia i prestiti alla Grecia Juncker assicura: "L'Italia non è in pericolo"

Dopo una lunga notte di trattative, l’Eurogruppo ha deciso di rinviare l’ok alla quinta tranche da 12 miliardi di euro di aiuti alla Grecia, di cui ha bisogno per rifinanziare il suo debito sino a settembre. L’esborso del prestito povrebbe avvenire verso "metà luglio". Forti cali per le Borse europee

Crisi, l'Eurogruppo rinvia i prestiti alla Grecia 
Juncker assicura: "L'Italia non è in pericolo"

Lussemburgo - Dopo una lunga notte di trattative, l’Eurogruppo ha deciso di rinviare l’ok alla quinta tranche da 12 miliardi di euro di aiuti alla Grecia, di cui ha bisogno per rifinanziare il suo debito sino a settembre. L’esborso del prestito povrebbe avvenire verso "metà luglio", ma solo a condizione che Atene rispetti gli impegni presi con il programma di risanamento e riforme. I ministri delle finanze dell’eurozona si sono poi accordati sulla partecipazione volontaria dei privati al secondo pacchetto di aiuti salva-Grecia, le cui modalità verranno anch’esse definite a luglio. Ad ogni modo, il presidente dell’Eurogruppo Jean-Claude Juncker fa sapere che "l’Italia non sia in pericolo".

L'Eurogruppo stoppa gli aiuti L’Eurogruppo aspetterà il rapporto di Bruxelles che dipenderà dalla messa a punto dell’aggiornamento del "Memorandum" di intesa con Atene, "atteso nei prossimi giorni» e che rifletterà «il risultato dei continui negoziati tra il governo greco e la Commissione europea, in collegamento con la Bce e il Fmi». E «questo, insieme all’approvazione di provvedimenti legilsativi chiave sulla strategia fiscale e le privatizzazioni, aprirà la strada al prossimo esborso verso metà luglio", si sottolinea nella nota diffusa durante la notte a Lussemburgo. Allo stesso tempo, il prossimo pacchetto di aiuti per Atene, il cui ammontare non è ancora stato definito ma che verosimilmente oscillerà tra i 90 e i 120 miliardi di euro per il rifinanziamento del debito greco a partire dal 2012, sarà finanziato "sia attraverso fonti ufficiali che private". Il coinvolgimento del settore privato, ha deciso l’Eurogruppo, avverrà su base "volontaria" nella forma di "roll over informali e volontari» delle obbligazioni grece «una volta giunte a maturità», e questo «evitando un default selettivo della Grecia". Ma le modalità precise d’intervento e "parametri di una nuova e chiara strategia di finanziamento" per Atene saranno decise «entro inizio luglio» dai ministri dell’eurozona. Essenziale, infatti, sarà la collaborazione del governo e del parlamento greco. Per questo da Lussemburgo è stato lanciato un appello all’unità politica nazionale in Grecia, invitando "tutti i partiti a sostenere i principali obiettivi del programma e le misure politiche chiave" necessarie alla lorto messa in atto. "Data la durata, la grandezza e la natura delle riforme richieste in Grecia", hanno ammonito i ministri delle finanze dell’eurozona, "l’unità nazionale è un prerequisito per il successo".

Forti ribassi in Borsa Si confermano in calo le principali borse Europee, con gli occhi degli investitori puntati sulla Grecia, il cui parlamento deve approvare il piano di risanamento del debito pubblico, mentre Moody’s ha annunciato venerdì scorso a borsa chiusa di poter ritoccare al ribasso il proprio giudizio sull’Italia. Milano appare la peggiore, con una perdita del 2,2%, a differenza di Atene, che appare positiva (+0,39%). Debole anche Parigi (-1,4%), che ha aperto in ritardo insieme ad Amsterdam (-1%). Venerdì l’agenzia di rating ha annunciato di aver messo sotto osservazione il rating italiano perchè i rischi strutturali del paese potrebbero penalizzarlo nell’attuale scenario, soprattutto in caso di fallimento della Grecia. I mercati non sono quindi stati rassicurati dall’accordo raggiunto dall’Eurogruppo sulla seconda tranche di aiuti ad atene, che saranno pagati entro la metà di luglio. I ministri delle finanze dell’Eurozona hanno inoltre concordato che i creditori privati potranno partecipare al piano di aiuto, con un rinnovo dei prestiti a scadenza, esclusivamente su base volontaria.

Tra le blue chip milanesi perdono così terreno le banche, venerdì protagoniste di un rally.

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