Roma - L’occupazione cala, ma non crolla: nel 2009 nel settore privato i posti di lavoro diminuiranno di 220 mila unità con una contrazione del 2%. È quanto emerge dal Rapporto annuale Unioncamere, presentato oggi alla stampa, sulla base delle anticipazioni del sistema informativo Excelsior su 57 mila imprese. La flessione della domanda di beni e servizi avrà un impatto occupazionale più evidente per le imprese industriali (-2,5% tra fine 2008 e fine 2009) rispetto a quelle delle attività terziarie (-1,4%). Più contenuto dovrebbe essere il calo nel nord-ovest (-1,7%), mentre nelle altre regioni si registrerebbe un -2%. Sono soprattutto le piccole e piccolissime imprese a mostrare la più intensa contrazione occupazionale (-2,5%), specie nel manifatturiero (-3,5%).
Più lavoratori qualificati, meno operai L’occupazione diminuisce, ma sale di qualità. Le prime previsioni per il 2009, infatti, confermano la crescita della quota delle professioni maggiormente qualificate, mentre si registra un significativo calo degli operai. In forte diminuzione anche la domanda di assunzioni di immigrati rispetto al 2008. Secondo il Rapporto Unioncamere, sono in crescita dirigenti, impiegati con elevata specializzazione e tecnici, le cui assunzioni programmate passano dal 17 al 22%, e degli impiegati e delle professioni commerciali che salgono dal 31 al 35%. Nel 2009 le riduzioni più marcate, invece, si riscontrerebbero tra gli operai con un meno 45% e un calo di 127 mila unità e tra le professioni non qualificate con un meno 40% e una diminuzione di 42 mila unità. Le assunzioni previste di professioni specialistiche e tecniche diminuiscono del 38%, quelle di impiegati e professioni commerciali del 37%. "Al generalizzato aumento di figure di high skill - è scritto nel Rapporto - si associa un progressivo incremento della richiesta di personale con un livello di istruzione universitario: il 12% delle assunzioni programmate, un punto percentuale in più rispetto lo scorso anno)".
Giù le assunzioni Nel 2009 il calo dell’occupazione sarà determinato soprattutto dalla diminuzione delle assunzioni, di poco superiori alle 700 mila. Le uscite dal lavoro per pensionamento o scadenza del contratto, invece, saranno sostanzialmente in linea con quelle dello scorso anno. Una conferma, in questo senso, viene dal sensibile calo dei contratti a tempo determinato, che si riducono di quasi il 50%, con un decremento di 4 punti della relativa quota percentuale. Si registra, invece, una ripresa, in termini relativi, nella quota delle assunzioni previste a tempo indeterminato e nei contratti di apprendistato specie nei servizi.
Per le assunzioni stagionali, è prevista una riduzione del 15% rispetto alle previsioni formulate dalle imprese per il 2008, mentre le collaborazioni a progetto dovrebbero attestarsi sugli stessi livelli del 2008, cioè intorno alle 200 mila unità.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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