Cronache

Il grande bluff dei musulmani: cristiani non voluti in moschea

Nel piccolo centro di San Giuliano Milanese non sapevamo neanche che fosse previsto un incontro tra cristiani e musulmani

Il grande bluff dei musulmani: cristiani non voluti in moschea

L'associazione Sabil, l'unico centro islamico che in Lombardia ha aderito all'iniziativa cristiani in moschea, si trova in una via industriale. Di fatto, è un capannone. Arrivati sul posto ci rendiamo subito conto che di musulmani ce ne sono pochi e di cristiani ancora meno. O meglio, nessuno. Entriamo all'interno e ci dicono di aspettare: è l'ora della preghiera. Quando riusciamo a parlare con qualcuno di loro ci spiegano che il presidente non è in sede e che loro non sanno nulla dell'iniziativa.

Contattiamo al telefono il presidente del Co-Mai (comunità del mondo arabo in Italia) Foad Aodi, promotore della proposta, che ribadisce il successo dell'iniziativa nonostante gli facciamo notare che nel piccolo centro di San Giuliano Milanese non c'è traccia di cristiani. "Noi abbiamo lanciato l'iniziativa e raccolto le adesioni, poi ogni moschea doveva organizzarsi". Ci parla degli ottimi risultati nelle altre regioni d'Italia. Ma in Lombardia cristiani in moschea non ha avuto seguito. "Le persone si sono organizzate per incontrarsi porta a porta", ma non sa indicarci dove andare.

Non lo sa nemmeno il direttore del centro di preghiera di San Giuliano. Iniziative vere e proprie non ne hanno fatte, solo l'adesione formale. Non hanno contattato il parroco locale, né la comunità. "Venerdì alla preghiera abbiamo detto di portare amici cristiani, chi ne aveva - dice al telefono Mokhtar Shahat - Noi siamo sempre aperti". Aperti ma non troppo. Se avessero davvero voluto invitare i cristiani avrebbero almeno formalizzato un invito. E invece nulla. Il fatto è che qui nessuno crede che sia utile dedicare una giornata al ricordo dell'attentato dell'11 settembre. "Ci sono anche altri morti nel mondo - dice -Mokhtar - e poi noi preghiamo contro il terrorismo tutti i giorni".

Allo stesso modo la pensa anche la Grande Moschea di Roma, che si è tirata indietro. Foad Aodi è durissimo: "L'unica risposta ufficiale di mancata adesione. Risposta che non è stata comunicata direttamente, ma attraverso la stampa associati ad offese ed attacchi infondati agli organizzatori. Sebbene profondamente indignati assieme a tutti i rappresentanti delle comunità e associazioni arabe, musulmane e di origine straniera, questa notizia non ci ha scoraggiati".

Dura la risposta del direttore del centro islamico Abdellah Redouane: "Dire che abbiamo rifiutato l'incontro con i cattolici è un'offesa grave. Una grave offesa per noi ma pure per quei cristiani che sono sempre venuti ad alimentare scambi, dibattiti, riflessioni. La Grande Moschea ha soltanto evitato di aderire all'iniziativa di quel promotore".

Nonostante i grandi rifiuti, tra cui il centro islamico di Viale Jenner e quello della moschea di Segrate, le più importanti di Milano, Foad Aodi parla di un enorme successo: "Il 95 per cento delle associazioni arabe e comunità del mondo arabo hanno aderito.

Siamo fieri del successo della nostra iniziativa, una prova concreta che possiamo abbattere insieme il muro del silenzio, dell'indifferenza, dell'ambiguità e della confusione, aprendo una pagina nuova di rinascimento inter-religioso", a margine dell'incontro di ieri presso la moschea di Al fath di Roma".

Commenti