Croce rossa in agitazione I dipendenti occupano la sede

Croce rossa in agitazione I dipendenti occupano la sede

Giornata di proteste ieri nel mondo dei camici bianchi. Più precisamente in quello del personale della Croce rossa. Anche qui, a Milano, ci sono state polemiche e tensioni.
Il personale ha occupato la sede milanese della Cri per protestare contro il mancato pagamento delle spese accessorie. Ma il dissenso non è stato isolato. Identica iniziativa, infatti, è stata presa dai dipendenti delle altre sedi regionali e provinciali. Una polveriera di dissensi che da tempo rischiava di esplodere; una «polveriera» di critiche e accuse che, nonostante gli incontri di ieri sera, è tutt’altro che disinnescata. La ragioni della categoria sono state affidate a un comunicato firmato dai sindacati.
«I dipendenti della Croce rossa - spiegava la nota - rivendicano il rispetto della loro dignità di lavoratori e del valore del lavoro svolto da tutto il personale. Dopo ventotto mesi che non hanno visto rinnovato il contratto di lavoro, ad oggi oltre il sessanta per cento dei dipendenti sono precari da oltre dieci anni e non vengono loro riconosciuti parte dei diritti contrattuali e salariali». E ancora: «I lavoratori della Croce rossa continuano responsabilmente a erogare i servizi alla cittadinanza anche se sono all’esasperazione». Poi le spiegazioni riguardo i disagi di questi lavoratori con il camice bianco: «Il sottorganico alimentato dall’impossibilità dell’ente di nuove assunzioni impone turnazioni che limitano le condizioni di vita con la difficoltà di usufruire di ferie, permessi e recuperi».
I dipendenti sono stati in assemblea a lungo, definendosi «stanchi delle continue vessazioni».
In serata a Roma il sottosegretario Gianni Letta ha convocato a Palazzo i rappresentanti sindacali del personale della Croce rossa. Ma tutto, ad oggi, sembra essere più complicato del previsto.

Il motivo è presto detto: il personale della Cri ha già proclamato due giorni di mobilitazione. Due giorni di mobilitazione a breve: ci sarà una manifestazione il 16 maggio nella capitale e il 26 maggio una giornata di sciopero nazionale.

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