Edoardo Croci, «papà» di Ecopass, primo assessore alla Mobilità della giunta Moratti, poi rappresentante del comitato «Milanosimuove» che ha promosso i 5 referendum ambientali, non ha nessuna intenzione di permettere che la volontà dei milanesi espressa nei quesiti ambientali venga calpestata dalle decisioni della giunta Pisapia. «In merito al dibattito su Ecopass di questi giorni - avverte - il punto di riferimento imprescindibile è rappresentato dallesito dei referendum. Il comitato promotore prosegue il suo impegno per verificare la puntuale attuazione di quanto previsto dai referendum approvati a larga maggioranza dai milanesi e vigilerà sulleffettiva realizzazione a garanzia del rispetto della volontà dei cittadini».
Il rischio è che le decisioni dellamministrazione non vadano nella direzione indicata dai quesiti, almeno a giudicare dalle prime mosse, come la retromarcia rispetto al futuro del ticket antismog a partire dalla tariffa a cinque euro stabilita per la congestion charge e a pedaggi differenziati per i commericanti. Insomma: Ecopass potrebbe essere molto più blando di quanto annunciato a gran voce in campagna elettorale.
Ma tariffe più basse del previsto significa meno soldi in cassa per sviluppare i progetti di mobilità sostenibile, come si aspettano i milanesi. «I cittadini hanno chiesto allamministrazione un piano per la mobilità sostenibile, anche a costo di fare dei sacrifici, da finanziare, come indicato nei quesiti, con Ecopass, appunto - ricorda Croci -. Certo, con tariffe più basse, il sistema non regge». Non solo, la contraddizione è al quadrato: avendo aumentato il biglietto di Atm non è assolutamente pensabile che il Comune non inasprisca il ticket antismog. «Sarebbe veramente paradossale aumentare il biglietto e non aumentare lingresso nellarea.
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