La prontezza di registrare i volti di chi lo stava insultando ha pagato: il 52enne turista francese, rabbino in vacanza con la sua famiglia in Italia, ha permesso alle forze dell'ordine di identificare con nome e cognome alcuni soggetti che hanno partecipato all'aggressione verbale nell'area di servizio Villoresi Ovest lungo l'autostrada A8. A riferirlo è il quotidiano La Repubblica, che sottolinea come siamo al momento tre le persone individuate nell'ambito del fascicolo aperto dalla procura di Milano con l'ipotesi di reato di percosse aggravate dall'odio razziale. Sono in tutto 15, però, le persone sulle quali si indaga. A breve ci saranno i primi iscritti nel registro degli indagati.
"Ho cercato di allontanarmi ma si sono scagliati contro di me, almeno in tre mi hanno colpito. A terra sono stato aggredito da un'altra persona più anziana, poi tutti si sono allontanati", ha dichiarato l'uomo alla Polizia stradale che ha raccolto la sua denuncia. In quel momento era con suo figlio di 6 anni. I due sono entrati nell'area di servizio perché il piccolo aveva bisogno di andare in bagno e il solo fatto che indossassero la kippah, copricapo tipico dei fedeli ebrei. Fortunatamente ha riportato ferite lievi, anche se i suoi occhiali sono stati rotti, ma l'aggressione fisica sarebbe avvenuta in una zona della stazione di servizio non coperta dalle telecamere, il che rende più difficile la ricostruzione.
L'unico testimone che ha parlato è uno degli addetti alle pulizie: "Stavo passando con il mio carrello delle pulizie nel corridoio delle toilette quando mi sono trovato bloccato da un muro di gente che urlava, si spintonavano, c'era quest'uomo in mezzo e accanto a lui il bambino silenzioso, sembrava scioccato. Non ho proprio capito come fosse cominciato tutto, la gente si spingeva. Non ho visto nessuno alzare le mani, sentivo solo urla e grida, qualcuno che diceva di chiamare la polizia, poi sono tutti saliti sopra e poco dopo la polizia era già arrivata".
Il lavoro degli investigatori prosegue con l'obiettivo di individuare altri soggetti che hanno partecipato agli insulti e poi da lì si spera di capire cosa sia accaduto nella zona dei bagni. Distinguere tra chi ha partecipato all'aggressione verbale e chi ha partecipato a quella fisica è fondamentale per i fini giuridici. "Sono arrivati insulti antisemiti dicendo che dovrei avere un tatuaggio al braccio, che sono autore di genocidio", ha detto l'uomo nelle ultime ore, spiegando che sta provvedendo a trovare uno psicologo per suo figlio "perché non ha avuto una reazione, è rimasto immobile".
L'avvocato Federico Battistini, legale di alcune delle persone accusate di avere aggredito il rabbino, ha dichiarato che "le persone da me patrocinate sono ben consapevoli di cosa significhi essere discriminati per motivi religiosi, etnici e razziali, e non intendono certo macchiarsi degli stessi crimini". Il rabbino, ha detto l'avvocato, "che oggi accusa falsamente i miei patrocinati di essere stato aggredito per motivi di odio etnico, nazionale, razziale o religioso ha rivolto alla compagnia di origine palestinese gesti offensivi, insulti razzisti, sessisti e minacce. La versione dei fatti esposta dal signore francese è parziale e tendenziosa". Ha quindi aggiunto di averlo querelato per i suoi assistiti a cui sono stati riscontrate al pronto soccorso "lesioni, nello specifico trauma cranico e contusioni da percosse".
E poi ha aggiunto: "Ove mai vi fosse bisogno di precisarlo, i miei assistiti sono cittadini italiani dalla nascita inseriti in un contesto sociale senza alcuna simpatia per gruppi che incitano comportamenti di odio di qualunque natura.
Al contrario, essi sono impegnati insieme a persone di varie nazionalità e religioni (tra cui anche ebrei) per combattere ogni forma di discriminazione e violenza: la ferma condanna delle atrocità che si stanno consumando nella striscia di Gaza mi sembra perfettamente coerente con questo obiettivo".