Alessandro Impagnatiello, no alla giustizia riparativa. "Non ha rielaborato l'omicidio"

Così la corte d'Assise d'Appello di Milano ha negato l'accesso al percorso da parte del 32enne reo confesso dell'omicidio di Giulia Tramontano, uccisa incinta a Senago

Alessandro Impagnatiello, no alla giustizia riparativa. "Non ha rielaborato l'omicidio"
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Per Alessandro Impagnatiello si chiude la strada della giustizia riparativa. Un percorso di recente introduzione, sperimentato in alcuni Paesi statunitensi, e che consente al condannato di incontrare le vittime, con l'aiuto di un mediatore, per discutere l'accaduto e trovare insieme un percorso di riparazione. Con una nota consegnata alla stampa, la corte d'Assise d'appello di Milano ha comunicato di avere respinto la richiesta presentata dal difensore del 32enne. Nessuna rielaborazione critica di quanto avvenuto ci sarebbe stata da parte del killer reo confesso di Giulia Tramontano, la sua fidanzata uccisa al settimo mese di gravidanza. E quindi non vi sarebbe, secondo la corte, una "effettiva utilità" del percorso.

Secondo la corte d'assise d'appello, i motivi posti a fondamento della richiesta dell'avvocata di Impagnatiello, Giulia Geradini, sono irrilevanti. "Più precisamente, la collaborazione prestata dall'allora indagato, la sua immediata assunzione di responsabilità in ordine ai delitti ascrittigli nonché il rincrescimento esternato alla prima occasione di contraddittorio processuale offertagli". Un altro elemento fondamentale nella decisione è stata la "indisponibilità (per ora irretrattabile)" della famiglia della vittima ad accettare di partecipare al programma riparatorio.

Secondo la corte, non vi sarebbero motivi in grado di sostenere la utilità di "responsabilizzazione dell'autore dell'offesa", che è il "fine primario dell'istituto giuridico della giustizia riparativa, unitamente al riconoscimento della vittima ed alla ricostituzione dei legami con la comunità".

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