Amina uccisa dal marito, il gip: "Il killer indifferente alla tragedia della figlia"

Sono le conclusioni a cui è arrivato il gip Emanuele Mancini, che ha convalidato l'arresto e disposto la misura cautelare in carcere per un 51enne che ha ucciso la moglie Amina a Settala, nel milanese, con almeno quindici coltellate. L'autopsia è stata disposta per venerdì 9 maggio.

Amina uccisa dal marito, il gip: "Il killer indifferente alla tragedia della figlia"
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Nella sua "fermezza nella volontà" di commettere l'omicidio, ha anche mostrato "indifferenza verso la tragedia generata", come dimostrato dal fatto che a chiamare i soccorsi sia stato non lui, ma la figlia di dieci anni. Sono le conclusioni a cui è arrivato il gip Emanuele Mancini, che ha convalidato l'arresto e disposto la misura cautelare in carcere per un 51enne che ha ucciso la moglie Amina a Settala, nel milanese, con almeno quindici coltellate. L'autopsia è stata disposta per venerdì 9 maggio.

Nel provvedimento il giudice evidenzia la "inusitata violenza rivolta verso la moglie dall'uomo", alla presenza anche della figlia, e anche i suoi comportamenti violenti descritti pure nella denuncia che la donna presentò nel 2022. Nonostante ciò, si legge nell'ordinanza per l'accusa di omicidio pluriaggravato anche dai futili motivi (rischia l'ergastolo con questa contestazione), il 50enne nell'interrogatorio ha tentato di giustificarsi dicendo che non voleva uccidere "perché la vita non si toglie" e descrivendosi lui come vittima di condotte violente e minacciose da parte della moglie. Ciò, secondo il giudice, dimostra che non ha preso consapevolezza di ciò che ha fatto e che potrebbe anche, se liberò, uccidere ancora o commettere altri atti violenti. Gli stessi vicini di casa, si legge ancora nel provvedimento, lo hanno descritto come una persona capace di perdere ripetutamente il controllo.

"Nessun dubbio - continua il gip- può sussistere in merito alla corretta individuazione dell'autore dell'aggressione: sia la figlia della vittima, riferiva agli operanti intervenuti che il padre avesse ucciso la propria madre sia lo stesso indagato ha ammesso di aver colpito la moglie in uno stato di ira con un coltello, inferendole almeno un colpo al corpo e, in ogni caso, non negando gli ulteriori 14 colpi risultanti dalla documentazione medica, ma limitandosi a riferire di non ricordarli".

L'uomo, assistito dall'avvocato Giorgio Ballabio, ieri - durante l'interrogatorio di convalida - ha sostanzialmente confermato il delitto compiuto in "uno stato di ira - a suo dire - provocato dalle minacce rivoltegli dalla moglie di denunciarlo ingiustamente". Contro l'uomo - con problemi con l'alcol - sussiste "un quadro di elevata gravità indiziaria" scrive il giudice nel provvedimento con cui conferma il carcere per l'uomo.

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