"Basta fango su nostra figlia". E i genitori di Chiara Poggi mostrano in tv i filmati inediti

Plausibile una richiesta di proroga dell'incidente probatorio per analizzare il Dna trovato sulle unghie della vittima

"Basta fango su nostra figlia". E i genitori di Chiara Poggi mostrano in tv i filmati inediti
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La procura di Pavia sta lavorando ad alta intensità sul caso dell'omicidio di Chiara Poggi a Garlasco. Benché non emergano dettagli dalle indagini tradizionali, qualche elemento logico lascia intendere che ci siano degli sviluppi finora secretati. Questi verranno resi noti solo al termine delle indagini, proprio perché la procura vuol continuare a mettere in ordine i pezzi del puzzle senza ulteriori pressioni, che già sono forti. Dal canto suo, la famiglia Poggi non crede possa uscire una nuova verità dalla nuova indagine e crede fermamente nella colpevolezza di Alberto Stasi, condannato in via definitiva a 16 anni.

In questo contesto potrebbero inserirsi i video inediti che la famiglia Poggi ha voluto dare in esclusiva a Dentro la Notizia, il nuovo programma pomeridiano di Canale5 condotto da Gianluigi Nuzzi, per mostrare la serenità familiare prima dell'omicidio. Sono ovviamente filmati amatoriali girati dal padre della vittima durante le vacanze, che mostrano Chiara Poggi in diverse fasi della sua vita. "Alcune immagini risalgono al 1988, con il soggiorno a Candia, altre al 1989, durante le vacanze a Campitello di Fassa. C'è poi il 1997 a Falzes, località legata a doppio filo alla storia della famiglia", si legge su TgCom24. "Basta fango su nostra figlia", avrebbero detto i genitori della vittima consegnando questi filmati. Sono state tante le speculazioni, le ipotesi più o meno fantasiose e le ricostruzioni fatte finora. La verità giudiziaria, per il momento, è solo una ma in procura è evidente che abbiano altre idee.

Nel frattempo, è sempre più concreta la possibilità di una richiesta di proroga dell'incidente probatorio: il nodo principale è l'accertamento sul Dna individuato sulle unghie della vittima. Alla genetista Denise Albani, incaricata dalla procura di Pavia come perito, mancano ancora i dati grezzi su cui, nel 2014, aveva lavorato il professor Francesco De Stefano, allora perito dei giudici d'Appello che condannarono Alberto Stasi a 16 anni di carcere. Questo amplia necessariamente i tempi e rende pressoché impossibile terminare entro i 90 giorni iniziati lo scorso 17 giugno.

Mercoledì a partire dalle 11.

30, il perito Domenico Marchigiani ha convocato i consulenti dei pm pavesi, delle difese di Sempio e Stasi e della famiglia Poggi per le analisi che riguardano la ricerca delle impronte latenti su alcuni reperti dell'immondizia sequestrata 18 anni fa nella villetta di via Pascoli, nell'immediatezza del delitto.

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