Cronaca giudiziaria

Bastonate e minacce di morte: così gli stranieri della "falange macedone" rapinavano le vittime

Con la condanna in Cassazione di un ventisettenne straniero confermata nelle scorse ore, cala il sipario su una banda criminale formata da ragazzi dell'Europa dell'Est che mise a segno dodici colpi in tutta la Toscana, malmenando le vittime ed accumulando un bottino di oltre 150mila euro

Bastonate e minacce di morte: così gli stranieri della "falange macedone" rapinavano le vittime

Avevano messo in piedi una vera e propria banda criminale, capace di seminare per anni il terrore in tutta la Toscana a suon di rapine ed aggressioni. I membri della gang sono però stati individuati e proprio nelle scorse ore la Cassazione ha confermato per il capo, un giovane straniero di 27 anni, la condanna in via definitiva per rapina aggravata in concorso, lesioni gravi e furto. La cosiddetta "falange macedone" sembrerebbe essere stata sgominata, stando perlomeno a quanto riportato dalla stampa di Lucca. Si trattava di un vero e proprio sodalizio criminale composto da una dozzina giovani originari dell'Europa dell'Est (prevalentemente provenienti da Serbia, Romania e Macedonia) che soprattutto fra il 2014 e il 2015 ha terrorizzato i residenti di tutta la regione.

Sono stati infatti accusati di aver messo a segno almeno dodici colpi fra le province di Lucca (anche a Massarosa, oltre che nel capoluogo) Pistoia (Montecatini) Firenze (Scandicci ed Empoli) Livorno (Piombino) e Pisa. Avevano architettato un modus operandi che ha consentito loro di accumulare un ingente bottino, con la dinamica degli atti predatori ben delineata e costante: gli stranieri prendevano di mira soprattutto appartamenti e ville isolate dove vivevano perlopiù persone anziane. Dopo essersi introdotti all'interno delle abitazioni, non esitavano a malmenare preventivamente le vittime: calci, pugni, bastonate o martellate (accompagnate da minacce di morte) allo scopo di intimidirle e di dimostrare loro quanto fossero pronti a tutto. Al punto che in diversi degli episodi contestati, gli aggrediti sono stati costretti a ricorrere alle cure del pronto soccorso. Così facendo, sarebbero riusciti complessivamente a portare via gioielli ed orologi preziosi e denaro contante per un totale di circa 150mila euro.

Le indagini condotte dalla polizia hanno successivamente consentito di risalire ai principali indiziati, poi rinviati a processo. Iniziando proprio dal ventisettenne: nonostante la giovane età, era a quanto sembra ritenuto la "mente" che aveva il compito di organizzare e dirigere le fasi esecutive delle azioni criminali programmante. Alcuni componenti si occupavano degli aspetti logistici (in special modo nel reperire le autovetture sulle quali spostarsi) mentre altri due rivestivano il ruolo di partecipatori ed esecutori esterni alla banda nelle varie scorrerie criminali. Altri otto appartenenti alla falange (tra cui un minorenne) tutti provenienti dai paesi dell'ex-Jugoslavia e gravitanti nei campi nomadi della provincia di Pisa, sono inoltre stati individuati e denunciati per i medesimi reati e la magistratura sarà presto chiamata ad esprimersi definitivamente.

A breve potrebbero quindi esserci ulteriori sviluppi.

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