Cronaca giudiziaria

Lo mossa dello straniero per non farsi arrestare: cosa ha fatto al cognome

Trentenne albanese arrestato a Firenze durante un controllo di routine: già condannato per spaccio, aveva approfittato di una normativa vigente in Albania per cambiare cognome

Lo mossa dello straniero per non farsi arrestare: cosa ha fatto al cognome

Aveva approfittato della normativa vigente in Albania per cambiare legalmente cognome e tornare così in Italia. In questo modo sperava di rendersi irriconoscibile ed evitare di scontare in toto la condanna per detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti che ancora pendeva sul suo capo. Il suo stratagemma non è tuttavia andato a buon fine, visto che è stato scoperto dalla polizia municipale ed è comunque finito in manette. Protagonista della vicenda che arriva da Firenze è un cittadino albanese di 30 anni, che dovrà adesso scontare una pena residua pari ad un anno e quattro mesi di reclusione. Una storia emersa per puro caso, nel mezzo di un controllo di routine della municipale effettuato pochi giorni fa in un quartiere periferico del capoluogo toscano: gli operatori hanno fermato l'automobile sul quale il trentenne viaggiava, guidata da un uomo originario della Romania.

Quest'ultimo ha esibito documenti in regola, mentre il passeggero ha mostrato una carta d'identità albanese dichiarando di essere sprovvisto di permesso di soggiorno. Gli agenti hanno quindi effettuato gli accertamenti sulla base delle generalità riportate sul documento (confermate anche nella patente di guida valida). E tutto appariva inizialmente in regola, fatta eccezione per l'appunto per il permesso di soggiorno: per questa ragione era stato invitato a presentarsi in questura entro i cinque giorni successivi. È stato tuttavia durante il completamento delle formalità di rito che agli agenti sono sorti i primi dubbi: ad insospettirli, in primis, il fatto che i documenti fossero decisamente recenti e tutto ciò strideva con il fatto che l’uomo parlasse e comprendesse molto bene l’italiano. Hanno quindi iniziato ad approfondire la questione incalzandolo con domande sempre più precise, finchè lo straniero non ha confessato: aveva approfittato della possibilità di cambiare cognome prevista dalla legge albanese e da lì aveva ottenuto anche i nuovi documenti esibiti durante l'accertamento.

Il motivo? Poter fare ritorno in Italia senza dare nell'occhio, visto che nel 2018 venne condannato a 4 anni e 6 mesi di reclusione. Aveva trascorso in carcere circa un biennio, finchè nel 2020 fu rilasciato con l'obbligo di tornare in Albania e di non mettere piede in Italia prima del 2030: in caso contrario, sarebbe finito nuovamente in manette. Dopo esser stato rimpatriato, si era sposato ed aveva formalizzato il cambio di cognome. E a seguito del divorzio, era rientrato in Toscana, certo evidentemente di non essere riconosciuto. Di concerto con il pubblico ministero di turno, l'uomo è stato quindi arrestato in flagranza per la sua presenza su territorio.

E dovrà scontare quel che resta della pena presso la casa circondariale di Sollicciano.

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