
È stata effettuata l'autopsia sul corpo di Michele Mastropietro, 59enne di Carosino coinvolto nella morte del carabiniere Carlo Legrottaglie e quel che è emerso potrebbe chiudere in breve tempo l'indagine aperta sui due agenti della polizia, indagati per omicidio colposo a seguito di eccesso colposo nell'uso legittimo delle armi. Secondo l'esame effettuato sul suo corpo, infatti, Mastropietro sarebbe stato raggiunto da due colpi, di cui uno all'emitorace sinistro che ha perforato il polmone, causando un'emorragia, e uno al braccio sinistro. Entrambi i colpi sono stati esplosi frontalmente e l'uomo non sarebbe morto sul colpo ma a causa del lento sanguinamento, che dovrà essere accertato se è avvenuto nel corso della fuga attaverso le campagne pugliesi dopo il primo conflitto a fuoco o se, invece, sia conseguente alla seconda sparatoria.
Entrambi i colpi sarebbero stati esplosi a una distanza considerevole, il che depone a favore degli agenti, ed è stata anche esclusa una collutazione. Le indagini stanno comunque proseguendo e non sarà facile ultimare tutti i rilievi, in quanto pare che il calibro dei proiettili utilizzati dai malviventi fosse lo stesso di quelo degli agenti. Gli uomini della squadra Mobile di Taranto sono impegnati in questi giorni nella ricerca dei bossoli nella zona in cui è avvenuta la seconda sparatoria e attualmente si contano circa 40 bossoli. La relazione definitiva del medico legale è attesa in 60 giorni dall'esecuzione dell'autopsia. I due poliziotti, inoltre, sono parte offesa nel procedimento a carico di Camillo Giannattasio, che faceva costituiva la coppia criminale con Mastropietro la mattina in cui è stato ucciso Legrottaglie, per tentato omicidio e lesioni personali gravi. Lui, incensurato, si è arreso subito agli agenti che sono andati ad arrestarlo e si trova ora in carcere.
Si è avvalso della facoltà di non rispondere durante l'interrogatorio di garanzia ma ha chiesto che gli venisse effettuato lo stub, a dimostrazione che non è stato lui a premere il grilletto contro il carabiniere e contro gli agenti della Polizia di Stato.
Dopo la sparatoria di Francavilla Fontana, Mastropietro e Giannattasio hanno raggiunto a piedi nelle campagne di Grottaglie. Qui hanno chiesto acqua e altri supporti a una passante che, vedendoli armati e scalmanati, si è spaventata e si è rifiutata di aiutarli e ha fatto avvisare la Polizia.