Cronaca giudiziaria

Caso "palpata breve": 90 mila firme contro l'assoluzione del bidello

Decine di migliaia di firme raccolte in appena una settimana per chiedere di rivedere la sentenza nei confronti del collaboratore scolastico denunciato da una studentessa a Roma

Caso "palpata breve": 90 mila firme contro l'assoluzione del bidello

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90 mila firme nel giro di sette giorni per chiedere di rivedere la sentenza nei confronti del bidello assolto dalle accuse di molestie sessuali. I giudici, infatti, hanno definito il palpeggiamento durato tra i 5 e i 10 secondi un atto scherzoso, fatto che non costituisce reato nonostante l’ammissione dell’imputato. Vibranti le polemiche registrate sul web, a partire dal trend con il claim “Sapete quanti sono dieci secondi?”. Ora, la petizione su Change.org per invocare la revisione della sentenza.

90 mila firme contro l’assoluzione del bidello

La petizione promossa da Sofia Morselli ha raccolto oltre 90 mila firma, di cui 28 mila solo dalla Germania. “Riteniamo inaccettabile che, dopo che la ragazza abbia preso il coraggio di sporgere denuncia, affidandosi allo Stato per difendersi dall'atto totalmente privo di consenso subito, questo sia rimasto sordo alle sue richieste. È impellente che questa sentenza venga rivista e che questo caso non venga dimenticato!”, le parole della promotrice.

Tanti i messaggi di condanna che campeggiano sulla pagina di Change.org. C’è chi parla di sentenza abominevole e chi punta il dito contro una giustizia che andrebbe riformata dalla testa ai piedi. “Vergogna”, “Dobbiamo salvaguardare i nostri ragazzi”, “Questa sentenza consente di poter ripetere un simile gesta”: questa la rabbia che emerge nei post legati alla petizione. Il giudizio è unanime: anche un secondo è troppo, parlare di "palpata breve" è un'offesa nei confronti delle donne e delle ragazze vittime di abusi.

La sentenza delle polemiche

La "repentinità dell'azione, senza alcuna insistenza nel toccamento", da considerarsi "quasi uno sfioramento" non consente di "configurare l'intento libidinoso o di concupiscenza generalmente richiesto dalla norma penale". Così i giudici del tribunale di Roma nelle motivazioni della sentenza con cui hanno assolto con la formula"perché il fatto non costituisce reato" il bidello di 67 anni accusato di violenza sessuale. Il toccamento è avvenuto, ma senza l’elemento soggettivo, ossia la volontà da parte del collaboratore scolastico di molestare la diciassettenne. Per i giudici "nel caso di specie" le modalità "dell'azione lasciano ampi margini di dubbio sulla volontarietà nella violazione della libertà sessuale della ragazza, considerato proprio la natura di sfioramento, per un tempo sicuramente minimo, posto che l'intera azione si concentra in una manciata di secondi, senza alcun indugio nel toccamento". I giudici della quinta sezione hanno inoltre sottolineato che lo sfioramento potrebbe essere stato causato “da una manovra maldestra dell’imputato”.

Il collegio ha inoltre posto l’accento sul comportamento del bidello, resosi subito conto della natura inopportuna del gesto.

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