Garlasco, il padre delle gemelle Cappa: "Quel cretino lo incastreranno"

Nelle vecchie carte ci sono diverse intercettazioni che la procura fece per avere un quadro completo della situazione per raggiungere una quadra

Garlasco, il padre delle gemelle Cappa: "Quel cretino lo incastreranno"
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C'è un solo indagato nella nuova inchiesta sul caso di Garlasco, ed è Andrea Sempio. Lui è l'unico che è stato iscritto dagli investigatori con l'accusa di omicidio in concorso ma l'attenzione della procura di Pavia non si concentra solamente sulla sua figura, perché sono tanti i fronti sui quali gli investigatori si stanno muovendo per arrivare a una eventuale verità alternativa rispetto a quella finora raggiunta con la condanna definitiva di Alberto Stasi. In questa nuova fase, vengono riportati alla luce dettagli e informazioni che l'opinione pubblica aveva pressoché dimenticato ma che sono presenti nelle vecchie carte della prima inchiesta, quando anche la famiglia Cappa era sotto intercettazione. E gli investigatori stanno scartabellando anche questi elementi.

Il quotidiano La Repubblica ha fatto riemergere alcuni passaggi risalenti al 13 febbraio 2008, meno di un anno dopo rispetto all'omicidio di Chiara Poggi. "Ho detto: potete prendere tutta la mia casa! Le biciclette, le scarpe, tutto! Ma il tutore di una persona malata! Voi mi fate ridere! E loro: Stefania calmati; no io non mi calmo per un caz...! Gliel’ho detto!", avrebbe detto Stefania Cappa. I destinatari della sua sfuriata pare fossero gli investigatori e il tutore è quello della sorella Paola. "Avete paura di un... di un caz.. di Giarda che vi dice tre parole o della Muscio che prima mette in carcere uno e dopo tre giorni fallisce perché la Pravon glielo scarcera per... perché è una fallita, sono caz.. vostri!!! Mio papà si è incazz... come una iena", avrebbe detto ancora.

Lo sfogo di Stefania Cappa sarebbe proseguito: "Ho detto: io fino adesso ho collaborato con voi e... anche queste cose nuove... alla luce ehm.... delle indagini che... che secondo me saranno molto utili per inquadrare meglio il tutto di quello che è... non le ho mai... non le ho dette a nessuno, solo a mio padre, non sono neanche riuscita a dirle a Tizzoni, quindi io comunque sto collaborando nel pieno del silenzio delle indagini, non... non sono andata da nessun giorna... qualsiasi giornalista se dovessero chiamare se dico: guarda che mi hanno interrogata, mi becco un frac... almeno cinquantamila euro per andare a Matrix e centomila per andare a Porta a Porta".

Poi ci sono le intercettazioni di fine settembre 2008, quando Stasi viene scarcerato una prima volta dopo 3 giorni di carcere. Scrive Repubblica, riportando passaggi degli atti: "Ermanno parla con Stefania della strategia che devono adottare per denunciare giornali, riviste, tg, ecc". Una seconda del 28: "Il padre dice che Stasi è stato scarcerato, quindi di evitare i giornalisti". Poco dopo questa, ce n'è una terza: "Stefania parla con la mamma e dice se può andarla a prendere visto che hanno scarcerato Stasi, così evita i giornalisti". Il 19 novembre 2007 avrebbe dato una dritta a un cronista di un rotocalco settimanale: "Ti saprei dire nomi e cognomi delle ex e delle nuove di Marco Panzarasa e Alberto Stasi. Ho di quelle informazioni che... ci vediamo domani mattina al bar dell’università, ti faccio vedere il mondo". Ma chiederebbe un favore: "Ma su di me uno scoop mai eh. La povera studentella che deve vivere con... con la bicicletta, senza computer, questi sono articoli giusti".

A un inviato Tg5, invece, avrebbe parlato, su richiesta del giornalista, dell'incontro con Stasi del 17 agosto dai Carabinieri. "Non può essere che si è fermato a dormire lì? E ha scritto lì tanto per lavorare su un pc", avrebbe detto la gemella. Ma poi quando questo teorema finisce in tv, la sua reazione è sconvolta: "Ma tu ti rendi conto, che io non posso mandare in onda una cosa... cioè lì è violazione del segreto istruttorio, del 17 agosto?". C'è poi un passaggio dell'inviato, come riportato da Repubblica, in cui questo spiegherebbe: "Stamattina lui ha chiamato il mio direttore per dirgli ah! l’intervista non, non lo so non voglio che vada in onda".

Quindi, il quotidiano riporta un'intercettazione di Ermanno Cappa che risalirebbe al 12 dicembre dello stesso anno: "Stai tranquilla che l’indagine va avanti come si deve che quel cretino lì se devono incastrarlo lo incastrano".

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