Cronaca giudiziaria

Preso il quinto carnefice di Cutro, l'Austria lo consegna all'Italia

Gun Ufuk è il quinto scafista della strage di Cutro: l'Austria l'ha estradato in Italia e ora andrà a processo assieme agli altri indagati

Preso il quinto carnefice di Cutro, l'Austria lo consegna all'Italia

Continuno le indagini sul naufragio di Cutro dello scorso 26 febbraio, che ha portato alla morte di decine di persone. Questa mattina alle 10 è stato consegnato consegnato alle autorità italiane, alle frontiera di Tarvisio il presunto quinto scafista arrestato alcune settimane fa in Austria. Si tratta di un cittadino turco di 27 anni, identificato come Gun Ufuk nei giorni successivi al naufragio grazie alle immediate attività d’indagine condotte dalla squadra mobile di Crotone e dalla sezione operativa navale della Guardia di finanza di Crotone.

L'arresto è avvenuto il 7 marzo nei pressi di Graz grazie alla collaborazione con l’Unità F.a.s.t. (Fugitive Active Search team) del Servizio per la cooperazione internazionale di polizia della Direzione centrale della polizia criminale, che hanno dato esecuzione al mandato di arresto europeo. Dopo la rituale notifica del provvedimento cautelare l’arrestato è stato scortato dalla polizia penitenziaria presso la casa circondariale di Udine da dove, dopo le prime propedeutiche attività, verrà poi trasferito a Crotone a disposizione dell'autorità giudiziaria crotonese.

L'estradizione dell'uomo è stata resa nota lo scorso 26 aprile in apertura dell'incidente probatorio nei confronti dei 4 presunti scafisti indagati dalla Procura di Crotone per omicidio colposo, disastro colposo e favoreggiamento all'immigrazione clandestina. Nei giorni scorsi, durante l'incidente probatorio presso il tribunale dei minori, è stato acclarato che uno dei cinque indagati che inizialmente si supponeva fosse minorenne, come da sua dichiarazione, in realtà ha superato la maggiore età. Attraverso le domande del pm Pasquale Festa, è stato ricostruito il viaggio dalla permanenza in Turchia e alla partenza da Izmir. Khan Azif, di 37 anni, cuoco, ha confermato che, sull'imbarcazione, uno degli scafisti aveva girato dei video promozionali nei quali i migranti inneggiavano agli organizzatori del viaggio: "Ci dicevano che dovevamo dire di essere i migranti di Ali Hassan, che eravamo sulla barca di Alì Hassan e che eravamo arrivati in Italia".

Il teste ha riconosciuto Ufuk come colui che conduceva la barca, l'altro turco era invece nella cabina di pilotaggio ma non ha mai guidato l'imbarcazione mentre i due pakistani avevano il compito di tradurre gli ordini dati dai turchi e di tenere i rapporti con i migranti dando loro informazioni sul viaggio.

Il teste, essendo asmatico, ha trascorso la maggior parte del tempo sotto coperta e ha raccontato di aver saputo dai due connazionali indagati che i turchi volevano riportare la barca ad Izmir ed ha spiegato di aver visto che al momento del naufragio la barca era condotta da un quinto scafista la cui immagine non era presente nell'album fotografico (potrebbe essere il siriano deceduto o quello irreperibile).

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