"Ecco chi è il piccione". Ora parla l'avvocato della famiglia Poggi e annuncia querele

La mail di cui si parla così tanto era già stata al centro delle indagini e la persona a cui avrebbe fatto riferimento la vittima era stata identificata

"Ecco chi è il piccione". Ora parla l'avvocato della famiglia Poggi e annuncia querele
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Attorno al caso di Garlasco si è scatenata una nuova febbre mediatica. La riapertura di un fascicolo inerente il caso dell'omicidio di Chiara Poggi a 18 anni dai fatti ha riacceso l'interesse su uno dei delitti che più hanno colpito l'opinione pubblica del Paese negli ultimi vent'anni. La procura di Pavia, ora guidata da Fabio Napoleone, ha deciso di riprendere in mano il caso per verificare se non vi possano essere verità alternative a quella acclarata con la condanna definitiva di Alberto Stasi per l'omicidio dell'allora fidanzata. In questa nuova fase c'è stata un'iscrizione nel registro degli indagati, che è quella di Andrea Sempio, ma mentre la procura lavora in vista dell'incidente probatorio, la rilettura delle vecchie carte ha fatto riemergere elementi che erano stati dimenticati dall'opinione pubblica, ma non da avvocati e magistrati. Tra questi c'è lo scambio di e-mail tra la vittima e un'amica in cui si fa riferimento a un "piccione", che ha dato il via a numerose, e fantasiose, ipotesi sugli "intrallazzi" (come li definisce lei stessa in un passaggio di quella corrispondenza) di Chiara.

"Per quanto mi riguarda i miei intrallazzi stanno vivendo un periodo di Stasi…il mio piccione al telefono dà sempre soddisfazioni mentre l'altro ultimamente non ci vado troppo d'accordo (colpa mia che me la prendo per niente, colpa sua che secondo me è un po' cambiato)" , scriveva Chiara Poggi il 5 luglio del 2007. L'avvocato della famiglia della vittima, Gianluigi Tizzoni, in un'intervista rilasciata a Fanpage, ha spiegato che "L'amica di Chiara Poggi, destinataria della email, era già stata sentita dai carabinieri in passato e aveva già specificato che Chiara si riferiva a un collega di lavoro". Anche lui, ha proseguito l'avvocato, "in passato venne sentito e si verificò l'alibi. Non c'era una relazione sentimentale, c'era una simpatia". Quel signore, ha concluso il legale, "venne identificato e venne accertato l'alibi, si trovava in Sud Italia in vacanza. Quindi tirare fuori ancora queste email non è una novità. Feriscono anche oggi la dignità di una ragazza che non c'è più".

Inoltre, il legale della famiglia ha spiegato che sono già state fatte diverse querele, sia da parte sua che da parte dell'avvocato del fratello della vittima, Marco Poggi, il legale Francesco Compagna: "Nell'auspicio che le autorità preposte possano a loro

volta contribuire a porre fine a simili reiterate condotte illecite la famiglia Poggi provvederà da parte sua a ogni opportuna iniziativa giudiziaria a tutela della dignità e dell'onore di Chiara".

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