La festa in piscina, la pornografia di Alberto, il secondo telefono: i misteri di Chiara Poggi

Chi era davvero la ragazza uccisa barbaramente a soli 26 anni nella sua villetta di Garlasco, nel Pavese? Lo dicono le sentenze che in questi anni hanno giudicato e vagliato i sospettati del suo delitto. Fino a convergere sul fidanzato, Alberto Stasi

La festa in piscina, la pornografia di Alberto, il secondo telefono: i misteri di Chiara Poggi
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C'è una persona di cui si è parlato molto poco, dopo la notizia della nuova inchiesta su Andrea Sempio, indagato per concorso in omicidio in relazione al delitto di Garlasco, e che da settimane sta tenendo banco su tutti i giornali. Anche se, a dirla tutta, è la vera e unica protagonista, suo malgrado, del suo femminicidio. Chi era Chiara Poggi, uccisa barbaramente a soli 26 anni nella sua villetta di Garlasco, nel Pavese, lo dicono, a chi non la conosceva, le sentenze che in questi anni hanno giudicato e vagliato i sospettati del suo delitto. Fino a convergere, va ribadito, con sentenza definitiva passata in giudicato, sul suo fidanzato, l'allora studente della Bocconi, Alberto Stasi. Ce n'è una, in particolare, che tratteggia la personalità della ragazza. Ed è quella della corte di Assise di Appello di Milano, per il cosiddetto “appello bis”, che ha avuto come esito (poi diventato definitivo) la condanna a 16 anni di reclusione per Stasi.

La collega, la festa in piscina e il secondo telefono

Scrivono i giudici nelle motivazioni della sentenza del 2014 che la difesa di Stasi ha sempre provato a suggerire, "come purtroppo avviene in questi casi", una presunta "doppia vita" di Chiara. Anche di recente, il settimanale Giallo ha tentato di gettare in campo l'ipotesi di una "festa in piscina" in una villa, a cui avrebbe dovuto partecipare insieme a degli amici. Quali? Al momento non ci sono riscontri. Secondo il magazine di Cairo editore, lo avrebbe detto ai carabinieri, diciotto anni fa, una collega della vittima. La stessa collega riferì, secondo le sentenze, di un presunto secondo cellulare usato dalla Poggi rispetto al suo Nokia azzurro, un piccolo telefono apribile. Il mistero del telefono però fu presto chiarito: un secondo cellulare (con anche una sim) fu effettivamente ritrovato a casa della vittima, lasciato in camera perché sostituito con uno più nuovo.

I materiali pornografici nel pc di Stasi e Stefania Cappa

Sui contenuti pornografici ritrovati nel computer di Alberto Stasi, si parla da sempre anche in relazione a un possibile movente. "È difficile immaginare che Chiara potesse apprezzare il contenuto di alcune delle cartelle accuratamente nascoste e catalogate dal fidanzato, e ciò a prescindere dal fatto che Chiara le avesse viste", scrivono i giudici. Che però infine giudicano il movente assente. Non sarebbe bastata infatti, questa scoperta, a farla allontanare da Alberto. Chiara aveva detto che Stasi guardava cose pornografiche a sua cugina, Stefania Cappa. Lo dice la stessa ragazza in un verbale del febbraio 2008, riportato anche nelle motivazioni delle sentenze, in particolare in quella della corte d'assise d'Appello di Milano che confermò l'assoluzione per Stasi. Il nome di Cappa e della sorella gemella Paola, è tornato sulle pagine di cronaca perché tirato in ballo da un nuovo presunto super testimone, che ha parlato alle Iene, dicendo di averla vista gettare un oggetto metallico nel canale di Tromello, non distante da Garlasco. Le sue impronte verranno acquisite e comparate nell'ambito della nuova inchiesta su Sempio, unico indagato al momento.

La nicotina nei capelli di Chiara

Sempre la difesa di Stasi, ha dato risalto nei processi a una forte presenza di nicotina nei capelli di Chiara. La ragazza, effettivamente, non fumava. E nemmeno Alberto Stasi. Un elemento che è stato visto nell'ottica di una pista alternativa a quella che portava al fidanzato. Anche questo mistero fu chiarito praticamente subito: "A proposito - si legge negli atti - va detto che il padre di Chiara Poggi era un forte fumatore, e che lo stesso era solito fumare proprio in cucina". Inoltre che "la nicotina notoriamente rimane a lungo nei capelli e sugli indumenti delle persone che abbiano a che fare con i fumatori".

"Ragazza seria e timida"

In conclusione, la vita di Chiara, scandagliata in ogni direzione dagli investigatori dell'epoca, restituisce solo risultati di una persona molto semplice. Ragazza "seria e timida", impiegata, aveva pochi amici e frequentazioni. "Chiara comunicava con le poche amiche attraverso il telefono di casa, il cellulare e le email, che poi scaricava su una chiavetta, che poi cancellava di volta in volta. C'era solo una persona con cui aveva contatti frequenti: il suo fidanzato Alberto Stasi, studente della Bocconi, prossimo alla laurea. Chiara, che "stava bene in famiglia, che lavorava, che era innamorata" aveva deciso di stargli vicino anche nella settimana più calda dell'anno, quella di Ferragosto dell'anno 2007.

Il disprezzo del corpo

Chiara Poggi è stata uccisa indubitabilmente, lo dicono le sentenze, da una persona che conosceva. Era in pigiama, di un tessuto leggerissimo vista la stagione, quando ha aperto la porta al suo assassino. Aveva talmente fiducia nel suo visitatore "da non fare assolutamente niente" quando è stata aggredita. È stata massacrata "senza fatica": non ha urlato, graffiato, non si è divincolata, né difesa. Non si è fatta scudo con le braccia.

La modalità del suo assassinio è brutale: colpita alla testa con un oggetto pesante, nei suoi ultimi istanti di vita, è stata gettata giù dalle scale. Un "lancio", scrivono i giudici, dimostrativo non solo dell'assenza di pietà del suo assassino per il suo povero corpo, ma addirittura del suo "disprezzo".

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