
La procura di Pavia continua a lavorare in segreto sul caso di Garlasco, senza scoprire le sue carte per preservare l'indagine in corso. Gli unici elementi che attualmente si conoscono sono quelli che sono emersi dall'incidente probatorio ma andando a ritroso nelle precedenti indagini sono stati individuati dagli osservatori alcuni elementi di discrepanza, che anche già stati oggetto di interrogazione tra gli inquirenti. Nello specifico, come si legge su Il Tempo, tra questi ci sarebbero anche delle fotografie della villetta di via Pascoli dove è stata uccisa Chiara Poggi che non sono più disponibili. Immagini scattate all'interno della casa di Garlasco subito dopo l'omicidio che sarebbero potute essere utili anche in questa fase per affinare ulteriormente la Bpa dei Ris di Cagliari che, però, non si trovano più. E non da oggi.
"Tutto quello che è stato depositato dagli ufficiali di polizia giudiziaria, carabinieri di Vigevano e Ris nel fascicolo, sono i fascicoli fotografici cartacei e i supporti informatici... i cd, i supporti informatici in formato digitale. Tutto il resto a mio avviso non è nel procedimento", scriveva il pm Rosa Muscio a marzo del 2009. In quel periodo era in corso il processo di primo grado ad Alberto Stasi, che si celebrava a porte chiuse. A sollevare il caso delle foto sono stati i legali di Stasi dell'epoca poche settimane prima, rendendosi conto che mancavano delle immagini dalla documentazione fotografica perché i numeri progressivi che assegna una fotocamera a ogni scatto in successione non erano consecutivi ma c'erano delle mancanze.
Nonostante i legali di Stasi chiesero di poter entrare in possesso anche di quelle immagini, per avere un quadro quanto più completo possibile, non venne dato seguito alle loro istanze e per questo motivo venne solleva l'eccezione di nullità e di inutilizzabilità del materiale fotografico. Il giudice Stefano Vitelli, titolare di quel processo, volle andare a fondo disponendo la perizia e si scoprì che venne cancellato anche l'alibi di Alberto Stasi e che quelle foto erano andate perse irrimediabilmente, perché sovrascritte con scatti di altri casi. Il motivo, spiegò il pm, è che "la memory card viene considerata dai pubblici ufficiali strumento tecnico per fare non solo il sopralluogo di Garlasco, ma tutti i vari sopralluoghi".
Ieri si è tenuta una prima call di raccordo alla ripresa dell'incidente probatorio per fare il punto su quanto finora è stato fatto. La genetista incaricata di effettuare gli esami peritali aveva annunciato prima della pausa estiva di voler chiedere al professor Francesco De Stefano, perito dell’appello-bis nel 2014, i dati grezzi e a spiegare la situazione è stato il consulente di Alberto Stasi al Qn: "I periti ci hanno aggiornato è stato rifatto il punto della situazione sui risultati analitici, quelli sulla spazzatura e sulla garza che già si conoscono, per consolidare l’attività svolta finora.
Ci è stato detto il risultato dei primi contatti del perito col Ris e con il medico legale Ballardini per le attività precedenti, mentre da Genova non sono arrivate risposte dal perito De Stefano".