Cronaca giudiziaria

"Frode all'Ue". Scatta il sequestro alla Unione italiana Vini, ma viene revocato

I pm contabili parlano di gara di “mera facciata” da parte della cooperativa che rappresenta più di 150 mila viticoltori. Lo scopo? Accedere al bando per un progetto europeo per la competività del settore vinicolo

"Frode all'Ue". Scatta il sequestro alla Unione italiana Vini, ma viene revocato

Non solo avrebbero truccato le carte, con una procedura di gara di “mera facciata”, per accedere al bando che finanziava, con oltre due milioni di euro, un progetto europeo per la competitività del settore vinicolo. Ma avrebbero anche impiegato tali fondi in maniera differente da quanto programmato. La procura lombarda della Corte dei conti ha sequestrato a scopo conservativo tali risorse all'Unione Italiana Vini, società cooperativa già al centro di una presunta truffa aggravata per il conseguimento dei fondi dell'Unione europea. La stessa, che rappresenta più di 150 mila viticoltori che insieme fanno il 50 per cento del fatturato italiano di vino, già lo scorso settembre era stata al centro di un'inchiesta penale della procura europea e della Guardia di finanza. La stessa Uiv in una nota diffusa poco fa, a qualche ora di distanza dal comunicato della procura regionale della Corte dei conti, ha però fatto sapere che il sequestro è stato revocato e che anche la procura ha chiesto l'archiviazione della procedura.

La procura regionale contabile: gara di “mera facciata”

Spiega la procura regionale contabile, guidata da Paolo Evangelista, che per ottenere i fondi del progetto “Native Grapes Academy” la Uiv avrebbe messo in piedi una procedura di gara di “mera facciata”, atta a celare all’organismo europeo una preesistente situazione di conflitto di interessi che riguardava sia la stessa società cooperativa (soggetto percettore del finanziamento) che l'esecutore stesso, ovvero Verona Fiere. Gli stessi avrebbero anche stipulato un “contratto di servizi (accordo Quadro) apparentemente indipendente dal progetto ma in realtà destinato a dissimulare la retrocessione alla società beneficiaria di un importo pari al 35% dei sussidi pubblici ricevuti”.

Danno erariale pari a oltre 2 milioni di euro

"Il danno erariale - spiega la procura contabile - determinato dall'illecito ottenimento delle risorse dell'Unione europea e il loro impiego in modo diverso da quanto programmato è stato quantificato nella somma di 2.085.810,96, euro pari all'importo del finanziamento erogato". Nell'indagine contabile hanno ricevuto un invito a notifica di un invito a dedurre anche Verona Fiere, in quanto soggetto esecutore del progetto europeo, i relativi amministratori e il consulente nominato dalle due società per la progettazione, gestione operativa e monitoraggio delle attività del progetto.

La Uiv ha risarcito il danno contestato

Nella nota, la procura contabile precisa che Uiv “pur non rendendo ammissioni di responsabilità, ha provveduto all’integrale risarcimento del danno contestato in favore della Agenzia della Commissione europea danneggiata". L'inchiesta sulla elusione dei rigorosi requisiti richiesti dal Bando europeo per l’erogazione del finanziamento, si legge nella nota, è stata svolta in stretta sinergia e coordinamento con la procura europea e l’Ufficio europeo per la lotta antifrode ed avvalendosi della collaborazione del Nucleo di Polizia economico finanziaria della Guardia di Finanza di Milano.

La replica di Unione Italiana Vini

La Uiv in una nota diffusa nel pomeriggio ha spiegato che è stato "revocato" il provvedimento di sequestro di due milioni di euro nei suoi confronti deciso dalla Procura Regionale presso la Corte dei Conti della Regione Lombardia, e che la Procura ha anche chiesto l'archiviazione della procedura. Inoltre afferma di avere restituito all’Agenzia Europea Rea "l’intero importo" e che "ciò è stato fatto esclusivamente per spirito di leale collaborazione e rispetto nei confronti delle autorità giudiziarie procedenti e della stessa Agenzia Europea, non intendendo la società trattenere quel contributo".

Inoltre sottolinea: "Come pure hanno dato atto correttamente i Procuratori Regionali nel provvedimento di archiviazione del procedimento, questo non equivale in alcun modo ad ammissione di responsabilità rispetto alle ipotesi contestate, da parte di Unione Italiana Vini che anzi ribadisce l’assoluta legittimità della condotta".

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