Garlasco, la difesa di Stasi dà manforte ai pm sulla 33: "Faremo una nostra consulenza"

L'obiettivo è "salvare" la prova ritenuta più forte dell'inchiesta contro Andrea Sempio, neo indagato per l'omicidio di Chiara Poggi: la famosa impronta sulla parete destra della scala che porta alla cantina

Garlasco, la difesa di Stasi dà manforte ai pm sulla 33: "Faremo una nostra consulenza"
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La difesa di Alberto Stasi è pronta a dare manforte alla procura per "salvare" la prova ritenuta più forte dell'inchiesta contro Andrea Sempio, neo indagato per l'omicidio di Chiara Poggi: la famosa impronta papillare 33, una strisciata presente sulla parete destra della scala che porta alla cantina della villetta di Garlasco. Impronta che i consulenti dei pm pavesi, gli esperti Gianpaolo Iuliano e Nicola Caprioli, hanno attribuito al neo indagato Sempio. Anche se, va ricordato, la 33 in sé non è un elemento schiacciante in quanto non è insanguinata (quindi non c'è la prova che sia stata lasciata da un killer con mani sporche di sangue della 26enne), e non è databile, perché potrebbe essere stata lasciata lì per sbaglio anche tempo prima da Sempio, che frequentava la casa del suo amico Marco Poggi, fratello della impiegata. Nella cantina, infatti, come si nota in una foto scattata all'epoca, c'erano i videogiochi e quindi è facile che Sempio abbia lasciato una traccia di sé mentre scendeva le scale, magari perdendo l'equilibrio in quanto strette e molto ripide.

Da giorni è in discussione anche l'attribuzione della famosa impronta 33. I consulenti della difesa di Sempio e quelli nominati dall'avvocato di parte civile della Poggi, Gian Luigi Tizzoni, ritengono che non sia nemmeno attribuibile all'oggi 37enne neo indagato. La procura ha respinto la richiesta di mettere l'impronta tra gli elementi al centro dell'incidente probatorio (significa che gli accertamenti vengono svolti da esperti super partes, alla presenza di quelli nominati dalle varie parti in causa). Ecco allora che la difesa di Stasi, che si vedrebbe così sfilare una prova chiave nella indagine a carico di Sempio, si dichiara pronta a dare battaglia. "Sull'impronta 33 "noi presenteremo la nostra" consulenza. "Non so cosa abbiano scritto, mi sento solo di ricordare la caratura professionale dei consulenti della procura", le parole di Giada Bocellari, storica avvocata di Alberto Stasi, affiancata nella difesa da Antonio De Rensis, al suo arrivo in questura a Milano. "Ci sarà sicuramente una calendarizzazione, si capirà quando discutere in contraddittorio anche" per quanto riguarda il dna sulle unghie di Chiara, "che è la parte più importante dell'incidente probatorio, il nucleo centrale", ha spiegato Bocellari. "Oggi si processeranno gli ulteriori reperti che erano oggetto dell'incidente probatorio, quindi i tamponi repertati in sede autoptica, il tappetino del bagno e alcune tracce ematiche repertate all'epoca in casa Poggi".

Al suo arrivo in questura, ha chiesto invece "più correttezza e che non si ripetano situazioni incresciose come quella dell'Estathé" l'avvocato Gian Luigi Tizzoni, legale della famiglia Poggi. Sulla cannuccia del bicchiere del thé è stato trovato il dna di Alberto Stasi, un dato scontato perché la difesa non ha mai escluso che lui avesse bevuto quella bevanda, eppure finito tra i reperti analizzati nell'incidente probatorio. Ad anticipare i risultati era stato lo stesso De Rensis, a Zona Bianca su Retequattro.

Da qui la stoccata di Tizzoni: "Se il dato - che per altro è stato rappresentato tramite i media - che Stasi aveva bevuto quell'Estathé, andava detto innanzitutto ai periti, perché non siamo qua a farci prendere in giro. Trarremo le nostre conclusioni e faremo anche delle verifiche su questo dato che dimostra ancora di più come Stasi quella mattina abbia fatto colazione con Chiara", ha detto l'avvocato Tizzoni.

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