Garlasco, il Dna "ignoto" è completo: è caccia all'uomo per l'identificazione

Verrà comparato con il materiale genetico di chiunque, a qualunque titolo, il 13 agosto si è avvicinato a Chiara Poggi: non è esclusa la contaminazione ma nemmeno altre ipotesi

Screen "Chi l'ha visto?"
Screen "Chi l'ha visto?"

Il silenzio della Procura di Pavia, che ufficialmente non ha ancora rilasciato alcuna dichiarazione sulle indagini, fatta eccezione per l'ormai nota "impronta 33", crea non poca confusione all'esterno degli ambienti investigativi. E forse è giusto così per permettere a chi di dovere di procedere con tranquillità nella ricerca di eventuali nuove verità per l'omicidio di Chiara Poggi. Il tampone orale della vittima non fa eccezione in questo rimbalzo di notizie, che sono spesso frammentarie o errate. Ieri si sono succedute molte notizie in merito, in alcuni casi contraddittorie, ma sembra ci siano dei punti fermi che possono essere messi in fila.

Il quotidiano La Repubblica in edicola questa mattina ha confermato che il Dna di "Ignoto 3" c'è ed è utilizzabile. Ed è il profilo di un Dna nucleare, quindi completo, che permette l'identificazione univoca del soggetto che ha lasciato la traccia "Y947", così nominata dalla genetista Denise Albani, perito scelto dal gip e, quindi, superpartes. Il campione sarebbe ricco di marcatori, perfettamente leggibile e, spiega La Repubblica, può essere utilizzato anche per esami replicabili. Non è escluso possa trattarsi di contaminazione, ma essendo un profilo attualmente ignoto, non vi può essere certezza. Pertanto, al momento, questo è un elemento in più nelle mani degli investigatori, che stavolta vogliono andare a fondo per conoscere chi lo abbia lasciato. È certo che non sia né dell'indagato Andrea Sempio e nemmeno del condannato Alberto Stasi, perché i loro Dna sono già stati comparati. È probabile siano state effettuate le comparazioni per esclusione anche con tutti i parenti, motivo per il quale ora si procederà con la ricerca di informazioni nella cerchia di amicizie e conoscenze dell'indagato.

I carabinieri della squadra Omicidi del Nucleo investigativo di Milano, sotto il coordinamento del colonnello Antonio Coppola, hanno già chiesto di poter consultare i registri di classe dell’Istituto professionale Carlo Calvi di Sannazzaro de’ Burgondi, frequentato da Sempio, che nel 2007 ha conseguito la maturità. Servono quinti tutti i registri dal 2002 al 2007, 5 anni di scuola durante i quali l'indagato ha stretto inevitabilmente rapporti di conoscenza più o meno approfondita. Potrebbero essere tutti convocati, inclusi i docenti, così come gli amici dell'altro "giro", Mattia Capra, Roberto Freddi e Alessandro Biasibetti. Non sarà sentita Angela Taccia, perché legale difensore di Sempio. Per la comparazione del Dna, invece, verranno richiesti campioni a tutti quelli che, a diverso titolo, si sono avvicinati o hanno maneggiato il cadavere della vittima tra il 13 e il 17 agosto 2007. Quindi, dai carabinieri della compagnia di Pavia che sono arrivati per primi nella villetta di via Pascoli al personale del soccorso, fino a chi ha effettuato e assistito all'autopsia, passando per gli incaricati delle pompe funebri.

Il quotidiano Il Giorno ha visionato i verbali del 13 agosto 2007 della squadra di soccorso del 118. Elisabetta Rubbi, medico del 118 di Vigevano che viene mandata nella villetta dei Poggi con un'ambulanza, arriva alle 14.11. Alle 17 circa di quel giorno è stata ascoltata dai militari di Vigevano ai quali riferisce che "io ed il resto del personale con me intervenuto, ovvero l’infermiera Sonia Bassi e l’autista soccorritore Enrico Colombo, indossavamo i calzari di protezione alle scarpe e i guanti di lattice". L'attività di accertamento, ha detto ancora la dottoressa ai carabinieri, "si è svolta senza muovere il cadavere dalla sua posizione, procedendo tuttavia a toccarlo in alcune sue parti, sempre con le mani protette da guanti in lattice, al fine di constatarne il decesso". Una procedura standard, per la quale il medico ha confermato che "non sono state poste in atto da parte mia e del personale sanitario con me intervenuto condotte tali da inquinare o alterare lo stato dei luoghi, delle cose e delle persone".

Il 10 settembre la dottoressa viene ascoltata un'altra volta e le sue dichiarazioni a verbale sono le stesse, con una precisazione in più, fondamentale: "Durante l’intervento ci siamo mossi con estrema cautela per non contaminare la scena del crimine. Quanto riferito vale anche per i miei collaboratori che sono entrati all’interno della casa insieme a me. Al corpo della ragazza mi sono avvicinata solo io per controllare la presenza di un polso carotideo e valutare le lesioni superficiali che si rendevano evidenti all’ispezione e dalla palpazione del corpo senza però modificare la posizione stessa. L’infermiera e l’autista soccorritore sono rimasti fermi sulla porta di accesso alla scala dove era presente il corpo". Il 13 agosto 2007, attorno alle 19, arrivano gli operatori delle pompe funebri per trasportare il cadavere: anche loro riferiscono di aver indossato le tute anticontaminazione e i guanti. Non i calzari perché, come ha riferito il titolare dell'impresa funebre, "prima di entrare, come nostro solito essendo anche stati avvisati della grande quantità di sangue sul pavimento, indossavamo i pantaloni della tuta in modo che il piede non uscisse dall’apertura finale del gambale, ossia rimanesse parzialmente avvolto all’interno della parte finale del gambale e tenuto fermo dall’elastico finale".

In ogni caso, la procura chiederà anche il loro materiale biologico per una comparazione genetica, in modo da escludere quanti più soggetti possibili nell'ipotesi di contaminazione.

Secondo La Repubblica, potrebbe essere sentito anche il generale Luciano Garofano, oggi consulente di Andrea Sempio ma all'epoca dei fatti comandante dei Ris di Parma, per avere un quadro completo di ciò che accadde quei giorni a Garlasco, anche a fronte delle dichiarazioni rilasciate in questi giorni.

Commenti
Pubblica un commento
Non sono consentiti commenti che contengano termini violenti, discriminatori o che contravvengano alle elementari regole di netiquette. Qui le norme di comportamento per esteso.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica