Garlasco e il giallo dell'impronta femminile: "Occorre rivalutare"

Gli avvocati di Stasi sono convinti che con le nuove tecniche si possa risalire a un match con un'impronta parziale che si ritiene esser femminile

Garlasco e il giallo dell'impronta femminile: "Occorre rivalutare"
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Sono numerosi i punti oscuri da chiarire nell'omicidio di Garlasco, che se risolti potrebbero contribuire a riscrivere eventualmente uno dei casi di cronaca più discussi degli ultimi vent'anni. L'inchiesta condotta negli anni precedenti ha già portato a una condanna, quella di Alberto Stasi, ma la nuova inchiesta ha portato all'indagine di Andrea Sempio. I due non si conoscevano, perché il primo era il fidanzato di Chiara Poggi, il secondo era un amico di suo fratello Marco. Entrambi conoscevano Chiara: Stasi per ovvie ragioni e Sempio perché all'epoca trascorreva il tempo a giocare ai videogame a casa Poggi, utilizzando anche il pc in uso a Chiara.

Per questa ragione sarebbe stata trovata una traccia di dna sotto le unghie della vittima, poi associata a Sempio. Almeno questo è quello cha sostenuto la difesa di Stasi nel 2017 e che oggi pare creda possibile anche la procura di Pavia. In precedenza, le analisi dei Ris di Parma non trovarono nulla e il genetista sostenne che i due profili maschili non fossero attribuibili. Una data dirimente sarà il 17 giugno, giorno dell'incidente probatorio, quando però l'accusa non avrà un terreno agevole sul quale muoversi, perché il Dna restituisce solo la linea paterna e non il singolo possessore. Inoltre, sia Chiara che Sempio hanno usato quel pc: se la tastiera non è stata lavata, che il dna di Sempio sia rimasto sulla vittima è più che plausibile.

Ci sono poi le impronte in casa Poggi: una, quella "a pallini" è stata attribuita a Stasi, perché dai rilievi il numero coinciderebbe con il suo, il 42, e non a Sempio, che calza 44. Ma ce ne sarebbe un'altra più piccola, di cui parla la difesa di Stasi. Misurerebbe al massimo 26 cm e avrebbe la forma di una scarpa femminile. "Occorre rivalutare tutte le impronte, anche quella parziale riconducibile a un paio di calzature taglia 36/37, che si ritiene femminile. Pensiamo che con le nuove tecniche scientifiche si possa arrivare a un esito diverso", ha dichiarato l'avvocato Antonio De Rensis. E poi ci sono i capelli nel lavandino: erano quattro ma senza bulbo, quindi non vennero analizzati all'epoca. Tra gli elementi che vengono oggi considerati d'interesse c'è che Sempio, ai tempi, portava i capelli lunghi. Ma senza bulbo l'estrazione del dna non è possibile.

Non sono mai stati individuati segni di lotta, Chiara non ha aggredito il suo killer e non lo ha quindi graffiato. Pertanto non ci sono tracce di quel tipo sotto le sue unghie. La vittima ha aperto in pigiama al suo aggressore, che l'ha colpita senza darle il tempo di reagire, quindi ha trascinato il corpo facendolo scivolare sulle scale ma senza mai scenderle. Questi i fatti finora accertati. Chiara è stata uccisa tra le 9.12 (quando spegne l'allarme) e le 9.35 ma Sempio a quell'ora sostiene di essere a casa in attesa del rientro di sua madre e di essere poi andato a Vigevano: un ticket del parcheggio, iniziato alle 10.18, lo confermerebbe. Ma su quello scontrino i dubbi degli investigatori sono tanti.

C'è poi l'impronta 33, che la difesa di Stasi sostiene sia contaminata dal sangue. Ai tempi delle prime indagini non venne trovata alcuna traccia organica e oggi quel reperto potrebbe essere stato distrutto, visto che c'è un condannato in via definitiva.

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