Leggi il settimanale

Garlasco, parla Giuseppe Sempio: “La corruzione? Vi svelo il significato dei miei appunti”

Accusato di presunta corruzione, Giuseppe Sempio difende la sua famiglia dalle accuse: il figlio Andrea è indagato per l’omicidio di Chiara Poggi. “Questo non è Natale”

Giuseppe Sempio (Screen Tgcom24)
Giuseppe Sempio (Screen Tgcom24)
00:00 00:00

Giuseppe Sempio ha la sua occasione per chiarire alcuni dettagli delle indagini che lo riguardano sulla presunta corruzione al procuratore Mario Venditti, che nel 2017 archiviò il figlio Andrea Sempio, oggi nuovamente indagato per l'omicidio di Chiara Poggi a Garlasco. Lo fa con un’intervista rilasciata a Martina Maltagliati per Quarto Grado.

Con Venditti? Non c’entro nulla, non ho niente a che vedere. Non lo conosco neanche”, le parole di Giuseppe Sempio. Per due volte la sua posizione venne archiviata in relazione all'omicidio di Garlasco. “L’ho visto una sola volta, quando ci ha interrogati. Quel giorno ha interrogato tutta la famiglia su mio figlio: su dove fosse, su cosa avesse fatto quel giorno in cui c’è stato l’omicidio di Chiara Poggi (il 13 agosto 2007, ndr). L’ho conosciuto solo quel giorno”, ha aggiunto Giuseppe Sempio sull’ex pm.

I fari investigativi si sono accesi su Giuseppe Sempio poiché, sui suoi conti correnti, sarebbero state notate dalla Guardia di Finanza dei movimenti di denaro insoliti per il 2017. I Sempio, Giuseppe in testa, sostengono da sempre che abbiano pagato gli avvocati, che all’epoca erano Massimo Lovati, Federico Soldani e Simone Grassi: “Loro volevano i soldi in contanti e noi ci siamo adeguati alle loro richieste. Quando c’era bisogno si portavano i contanti in una busta all’ufficio dell’avvocato Soldani e poi, credo, se li dividessero tra di loro”. Gli avvocati sarebbero stati chiamati da Giuseppe e la moglie Daniela Ferrari, a loro dire, “quei signori lì” in un’intercettazione ambientale.

Grande interesse ha suscitato nell’opinione pubblica un appunto, sequestrato proprio in casa Sempio, il cui autore sarebbe proprio Giuseppe, per sua stessa ammissione. Sul biglietto c’è scritto “Venditti GIP archivia x 20.30. euro”: è l’indizio della presunta corruzione? “La cifra di 20-30 euro si riferiva più che altro a un prospetto di spesa che dovevamo affrontare - ha spiegato candidamente Giuseppe Sempio a Quarto Grado - Si parla sempre dei 20-30 mila di cui dice la Finanza. Era un prospetto di spesa fatto in casa, un ragionamento sul capitale che avevamo tra banca e posta per affrontare le spese. Non c’erano 20-30 mila scritti: era solo un’ipotesi, un conto fatto in casa. Non c’era motivo di scrivere ’20-30 mila’. Quei soldi erano solo per gli avvocati”.

Quel biglietto con il prospetto di spesa e un chiarimento da chiedere ai legali (“GIP archivia”) non sarebbe stato buttato via perché - dice Giuseppe Sempio - non avrebbe avuto nulla da nascondere: “Non sapevo che sarebbe successa questa maledizione. Anche se lo avessi saputo non lo avrei buttato. È mio, l’ho scritto io. […] Poi la gente può dire quello che vuole”.

Nonostante il giudizio negativo di una parte

dell’opinione pubblica, tra qualche giorno sarà Natale e anche in casa Sempio c’è qualche luminaria. Però “non è un Natale. Esci di casa e pensi che lo sia, ma per noi non lo è”, ha concluso Giuseppe.

Commenti
Pubblica un commento
Non sono consentiti commenti che contengano termini violenti, discriminatori o che contravvengano alle elementari regole di netiquette. Qui le norme di comportamento per esteso.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica