Cronaca giudiziaria

Amici, genitori, imputati. L'udienza-chiave del processo a Grillo Jr

Al via la nuova udienza del processo per violenza sessuale di gruppo nei confronti di Ciro Grillo e tre amici. In aula, per la prima volta, i genitori e due amici della ragazza italo norvegese

Amici, genitori, imputati. L'udienza-chiave del processo a Grillo Jr
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Si sta celebrando proprio in queste ore, al Tribunale di Tempio Pausania, l’udienza-chiave (la sesta) del processo per violenza sessuale di gruppo a carico di Ciro Grillo, figlio del fondatore del M5S Beppe Grillo, e dei suoi tre amici genovesi: Edoardo Capitta, Francesco Corsiglia, e Vittorio Lauria. I primi ad essere ascoltati in aula sono stati i genitori di Silvia, la ragazza italo norvegese vittima del presunto abuso, e due amici della giovane che raccolsero le confidenze della ragazza l’indomani dell’accaduto. Sempre nella giornata di oggi, il Procuratore Gregorio Capasso ha chiamato a deporre una consulente della stessa Procura, Veronica Chiodino, la consulente tecnica incaricata di tradurre le chat tra Silvia e una sua connazionale norvegese.

L’ultima udienza

L’ultima udienza si è svolta a porte chiuse il 16 novembre 2022. In aula era presente anche Francesco Corsiglia che, al termine del dibattimento, aveva rilasciato dichiarazioni spontanee: "Non ho mai commesso alcuna violenza sessuale sulla ragazza. - erano state le sue parole - Studio in Spagna e non posso seguire il processo come vorrei, ma oggi sono qui per ribadire la mia innocenza. Con quella ragazza ho avuto un rapporto sessuale consenziente. Poi mi sono addormentato e non so cosa sia successo in seguito".

I testimoni

Tra testimoni invitati a deporre dal procuratore Gregorio Capasso e dal collegio dei giudici, presieduto da Marco Contu, c'era stato anche l'istruttore di kitesurf che raccolse le confidenze di Silvia l'indomani del presunto abuso. Fondamentale era stata anche la testimonianza resa da uno dei due albergatori che ospitarono la 19enne e la sua amica Roberta (un nome inventato) presso la struttura ricettiva di Porto Pollo durante la vacanza in Sardegna, e quelli del dottore di Medicina Legale della clinica Mangiagalli di Milano, Vera Gloria Merelli, che visitò la ragazza 9 giorni dopo l’accaduto.

Il medico: "Sintomatologia delle vittime di stupro"

La dottoressa Vera Gloria Merelli era stata tra le prime a testimoniare: "Quei lividi sono compatibili con qualcuno che le potrebbe avere bloccato braccia e gambe", aveva confermato durante l'udienza dello scorso 16 novembre. L'avvocato Sandro Vaccaro, legale di Vittorio Lauria, aveva chiesto se le ferite potessero essere compatibili anche con una caduta procurata durante un’attività sportiva. La dottoressa non lo aveva escluso. Silvia "non ha ancora superato il trauma", aveva aggiunto poi la psicologa Laila Micci, anche lei chiamata a depositare. Infine, il medico aveva anche detto che quando la giovane si presentò alla clinica Mangiagalli avrebbe presentato le "tipiche sintomatologie delle vittime di uno stupro".

L'accusa

Secondo l'accusa Silvia, difesa dall’avvocato Giulia Bongiorno, e l'amica subirono abusi sessuali nella villetta a schiera di proprietà della famiglia Grillo, in un residence di Porto Cervo (Costa Smeralda) la notte tra il 16 e il 17 luglio 2019. Una delle due, la studentessa italo norvegese che all'epoca dei fatti aveva 19 anni, sarebbe rimasta vittima di uno stupro di gruppo, come poi lei stessa denunciò ai carabinieri di Milano dopo essere rientrata dalle vacanze. L'altra, Roberta, sarebbe stata fotografata in posizioni oscene, a sua insaputa, mentre dormiva sul divano in soggiorno. Le violenze si sarebbero consumate dopo una serata trascorsa dal gruppo di ragazzi al Billionaire, noto locale dell'isola, dopo aver consumato delle bevande alcoliche. Nel fascicolo d’inchiesta, magistrati di Tempio Pausania hanno precisato, tra l’altro, che la "lucidità della vittima risultava enormemente compromessa" quando è stata "condotta nella camera matrimoniale dove gli indagati" l'avrebbero costretta ad avere "cinque o sei rapporti".

La difesa degli imputati

Secondo la versione fornita dai quattro imputati, invece, i rapporti con la ragazza italo norvegese erano stati consenzienti. Interrogati a più riprese sui fatti, avevano raccontato agli inquirenti che, dopo il primo rapporto, Silvia e il primo ragazzo, sarebbero andati insieme a comprare le sigarette. A dir loro, di rientro in villa, la 19enne avrebbe avuto rapporti "consenzienti" con gli altri tre.

Inoltre, gli stessi avevano raccontato di aver avuto uno scambio di messaggi con Silvia nei giorni successivi al fatto.

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