Mafia, arrestati a Milano due imprenditori. “Puntavano agli appalti di Milano-Cortina”

Attraverso la costituzione di società operanti nel settore edilizio, tutte con sede a Milano, avrebbero consentito l’operatività di realtà imprenditoriali riconducibili a Cosa Nostra. Sequestrati 5 milioni di euro

Mafia, arrestati a Milano due imprenditori. “Puntavano agli appalti di Milano-Cortina”
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Puntavano anche a una gara bandita da Milano Cortina 2026: e cioè il parcheggio interrato Mottolino località Bondì a Livigno (Sondrio) e opere connesse per un valore di oltre 28 milioni di euro. Farebbero parte del clan dei "Barcellonesi" G.B, di 47 anni, e F.S., di 59 anni, entrambi della provincia di Messina, gli imprenditori arrestati questa mattina nell'ambito di un'operazione della Direzione investigativa antimafia di Milano. Entrambi erano già stati colpiti in passato da misure di prevenzione patrimoniali per via di condotte fraudolente finalizzate all'intestazione fittizia di "diverse società aggiudicatarie di appalti pubblici, sull’intero territorio nazionale, alcuni dei quali di ingente importo e finanziati con fondi del Pnrr senza incorrere nelle misure interdittive delle autorità prefettizie". I due imprenditori, attraverso la costituzione di società, principalmente operanti nel settore edilizio, tutte aventi sede a Milano, avrebbero consentito l’operatività di realtà imprenditoriali riconducibili a Cosa Nostra e ciò con specifico riferimento al sodalizio mafioso operante sul versante tirrenico della provincia di Messina. Al centro dell'inchiesta c'è la società Infrastrutture M&B e gli arresti sono per intestazione fittizia aggravata dall'aver agevolato la mafia.

Gli investigatori, coordinati dalla Dda con la pm Silvia Bonardi, hanno anche sequestrato soldi e beni per oltre 5 milioni di euro. Alla cifra si è arrivati dopo che gli accertamenti hanno messo in luce una sperequazione tra i redditi dichiarati e i beni, tra cui auto di lusso, posseduti dagli indagati. Come si legge in una nota della procura di Milano guidata da Marcello Viola, "una volta ottenuta l’aggiudicazione delle commesse, spesso in associazione temporanea con altre imprese, le società riconducibili agli indagati provvedevano poi a conferire l’esecuzione materiale dei lavori ad altre società, anche con sede in Calabria".

L'attività, svolta anche mediante l’ausilio di indagini tecniche e servizi di osservazione e pedinamento, è stata diretta dalla Direzione Distrettuale Antimafia del Tribunale di Milano e coordinata dal Il Reparto della Direzione Investigativa Antimafia.

Agli accertamenti patrimoniali hanno collaborato i militari del gruppo Gico del Nucleo Pef della Guardia di Milano, che ha disposto il sequestro preventivo in via d’urgenza di compendi aziendali, beni immobili e conti correnti per un valore complessivo stimato in 5 milioni di euro.

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