Cronaca giudiziaria

"Maxi-fornitura di mascherine non utilizzabili". Pivetti rischia un altro processo

L'ex presidente della Camera risponde per una maxi-fornitura di mascherine arrivate in Italia dalla Cina e ritenute non utilizzabili nella fase più critica della pandemia da covid-19. Tra i danneggiati anche la Protezione civile

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Rischia un altro processo a Busto Arsizio, l'ex presidente della Camera Irene Pivetti già alla sbarra a Milano per evasione fiscale e riciclaggio per una serie di operazioni commerciali. Questa volta al centro delle accuse c'è una maxi-fornitura di mascherine arrivate in Italia dalla Cina e ritenute non utilizzabili, a marzo 2020, nella fase più critica della pandemia da Covid 19. Gli enti danneggiati sono sia pubblici – come la Protezione civile italiana – che privati.

Pivetti risulta indagata insieme ad altri 8, tra cui due familiari stretti e l'imprenditore Luciano Mega. Le accuse sono frode forniture pubbliche, anche l'autoriciclaggio, l'appropriazione indebita e la bancarotta fraudolenta. Per quest'ultimo reato, in sostanza, è accusata di avere provocato – quale legale rappresentante della società in questione, la Only logistics, il dissesto della società drenandone le risorse e trasferendole all'estero. Sono diverse le partite di mascherine – vendute con contratti per un valore di oltre 20 milioni di euro - non corrispondenti ai criteri minimi imposti e che avrebbero avuto una “qualità diversa da quella pattuita”.

Nelle scatole contenenti le mascherine, ad esempio, si legge nei capi d'accusa, era stato apposto illegalmente il marchio CE della comunità europea, perché senza i “presupposti tecnici” cioè il “test report” e la “attestazione di conformità”. Oppure altre mascherine recavano documenti “confusi” non adatti ad accertarne la commercialità in Italia. La difesa dell'ex presidente della Camera, con l'avvocato Filippo Cocco, è pronta a sollevare in sede di udienza preliminare la questione della competenza territoriale al fine di spostare il processo da Busto Arsizio a Roma. “Ci difenderemo anche nel merito – sottolinea il legale – per dimostrare la liceità della condotta. In particolare cercheremo di spiegare come il materiale utilizzato era conforme alla normativa precedente a quella emergenziale del marzo 2020”.

Nel processo milanese, l'ex presidente della Camera risponde di una serie di operazioni commerciali, in paricolare la compravendita di tre Ferrari Granturismo, che sarebbero servite per riciclare risorse frutto di illeciti fiscali.

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