
Mentre la procura di Pavia e i carabinieri di Milano tentano di mettere ordine nell'inchiesta per la morte di Chiara Poggi, analizzando tutti i dati a disposizione per eliminare qualunque dubbio che possa esserci e sgombrare il campo da illazioni e fantasie, l'avvocato di Andrea Sempio, Massimo Lovati, fa un passo indietro su alcune dichiarazioni rese alla stampa. Nei giorni scorsi, infatti, il legale che assieme ad Angela Taccia assiste l'indagato di questo secondo filone di indagine ha dichiarato in tv che il 13 agosto, poco prima dell'ora di pranzo, si recò nel mercato di Vigevano e che qui sentì dire che era stata uccisa una ragazza a Garlasco.
Disse che erano circa le 11.30 del mattino, il che ha sollevato molti dubbi, perché la prima chiamata di Alberto Stasi al 112 dopo aver trovato il corpo risale alle ore 13:50:24, oltre due ore dopo rispetto all'orario indicato dall'avvocato Lovati nelle dichiarazioni precedenti. Un dettaglio che avrebbe potuto riscrivere dettagli fondamentali, perché avrebbe voluto dire che qualcuno a Vigevano aveva saputo della morte di Chiara Poggi prima della chiamata di Stasi ai carabinieri. Ma oggi c'è stata una modifica nel ricordo dell'avvocato, che ha dichiarato che forse ha fatto confusione.
"La discrepanza è dovuta a un mio ricordo che mi sembrava netto quando ne ho parlato. L'ho poi rivisto, a seguito delle critiche che ho ricevuto. E, in effetti, quelli che mi hanno criticato aspramente potrebbero anche avere ragione. Nel senso che magari non era la mattina, ma era il pomeriggio. Io mi ricordo il sole di mezzogiorno, per cui confermo la mia memoria, ma non escludo di essermi sbagliato", ha dichiarato Lovati ai microfoni di Morning News su Canale 5. "Sicuramente non è incompatibile che già circolasse questa voce perché la vittima è stata uccisa intorno alle 9.30. Il fatto che poi la notizia ufficiale arriva dopo la scoperta del cadavere non vuol dire nulla: c'è la notizia che striscia e la notizia che anticipa quella ufficiale", è la conclusione del legale.
È notizia di oggi che il gip ha dato l'ok per conferire l'incarico al perito dattiloscopista Domenico Marchigiani per individuare ed eventualmente comparare impronte se verranno trovate sui reperti della spazzatura di 18 anni fa, come confezioni di tè, cereali e yogurt. Un cambiamento nell'incidente probatorio, inizialmente volto solo all'individuazione di tracce biologiche e, quindi, Dna.