"Non posso difenderti dall'ingiustizia subita". Il dramma della mamma di Giulia Tramontano

"Scusa perché non posso far niente ancora una volta", scrive Loredana Femiano postando una foto della figlia con le cuffie. Nella sentenza d'appello esclusa la premeditazione per Alessandro Impagnatiello

Loredana Femiano, la mamma di Giulia Tramontano
Loredana Femiano, la mamma di Giulia Tramontano
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"Spero che in quelle cuffie tu stia ascoltando la mia voce che ti chiede scusa perché non posso far niente ancora una volta. Non posso difenderti dall'ingiustizia subita, ma spero anche che tu ascolti la mia voce che ti dice ti amo Giulia e di te mi manca tutto". È lo sfogo, su Instagram, di Loredana Femiano, mamma di Giulia Tramontano, uccisa a 29 anni al settimo mese di gravidanza, il 27 maggio 2023 nella sua abitazione a Senago, nel Milanese. È di due giorni fa la sentenza della corte d'Assise d'Appello di Milano, che ha confermato l'ergastolo per il compagno Alessandro Impagnatiello, il barman oggi 32enne, reo confesso del delitto. Sentenza che non ha modificato l'impianto, tanto che la condanna anche in secondo grado è stata la stessa, ma ha escluso l'aggravante della premeditazione, una decisione che ha suscitato polemiche. Impagnatiello, poco dopo avere scoperto che la compagna era incinta, aveva iniziato a somministrarle del veleno per topi. Lo scopo, a suo dire, era di procurarle un aborto ma non di ucciderla. A corredo dell'ipotesi che invece il 30enne volesse liberarsi anche della compagna, e non solo del bambino che lei portava in grembo, le ricerche su internet sulle quantità di veleno necessario per amazzare una persona. Mercoledì anche la sorella Chiara aveva postato su Instagram una storia con il suo pensiero pieno di sconforto e indignazione per la sentenza.

La corte ha ritenuto invece che l'omicidio del 27 maggio 2023 - Giulia fu uccisa con 37 coltellate, di cui tre anche al volto - sia avvenuto senza premeditazione. Quel pomeriggio la ragazza incontrò la collega del compagno con cui aveva una relazione parallela all'Armani cafè di via Manzoni, in centro a Milano. Furibonda per avere scoperto l'inganno, iniziò a mandare a Impagnatiello dei messaggi pieni di rabbia, tra cui: "Fatti trovare". È probabile, ma per conoscere le valutazioni dei giudici d'appello è necessario attendere le motivazioni che saranno depositate dopo l'estate, che i giudici abbiano dato ragione alla difesa.

E cioè che l'intervallo di "due ore" tra quando il barman comprese di essere stato "scoperto" da entrambe le due donne con cui aveva una relazione e l'omicidio, sia troppo breve per sostenere che il delitto sia stato organizzato in precedenza. La difesa, con l'avvocata Giulia Geradini, ha detto anche, a supporto della sua tesi difensiva, che Impagnatiello ebbe una "condotta maldestra" quando tentò di occultare il corpo della povera ragazza.

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