"L’orrore commesso da mio figlio ha devastato la mia vita, quella dei miei figli e dei miei famigliari". Sono le parole di Mirna Donadoni, la mamma di Mirto Milani, reo confesso dell'omicidio di Laura Ziliani, l'ex vigilessa uccisa a Temù l'8 maggio del 2021 dalle figlie, Silva e Paola, e dal fidanzato di entrambe. Martedì mattina i genitori del ragazzo sono stati convocati in aula per testimoniare al processo che vede imputato il "trio criminale", com'è stato ribattezzato dalla stampa, per omicidio volontario aggravato e occultamento di cadavere. Entrambi si sono avvalsi della facoltà di non rispondere, ma la mamma del 29enne ha consegnato una lettera al magistrato Roberto Spanò, presidente del collegio giudicante, in cui ha messo nero su bianco tutta la sua disperazione.
L'arrivo in aula dei genitori di Milani
In questi due anni Mirna e Ruggero Milani non hanno mai rilasciato dichiarazioni. E non lo hanno fatto neanche ieri mattina, avvalendosi della facoltà di non rispondere alle domande della Corte. Una decisione che, ad onor del vero, era stata già preannunciata nei giorni scorsi e poi ribadita in aula ieri mattina: "Confermo che non voglio parlare" ha detto la donna. A testa bassa e con gli occhi oscurati da una paio di occhiali da sole, come racconta il Corriere della Sera, è rimasta per tutto il tempo in silenzio, senza mai fare un cenno, neanche quando il figlio è salito sul banco degli imputati.
"L'orrore commesso da mio figlio ha devastato la nostra famiglia"
Mai indagata, ma fin dal primo giorno presente nelle vicende familiari dei tre rei confessi, Mirna Donadoni è apparsa visibilmente provata e affaticata. Un dolore fatto di silenzi ma anche di lacrime, come quelle versate durante la lettura della lettera scritta in occasione dell'udienza e affidata al magistrato Spanò prima del dibattimento. "L’orrore commesso da mio figlio ha devastato la mia vita, quella dei miei figli e dei miei famigliari" scrive la donna ricordando come "la grande sofferenza" provocata da Mirto sia peraltro arrivata "in un momento delicato della mia vita", per gravi problemi di salute.
"Non li perdono"
A leggere la missiva è stato il presidente della Corte. "Quando a maggio (di un anno fa, ndr) in psichiatria ci ha confessato quello che aveva fatto, mi è crollato il mondo addosso. - recita la lettera - Fino a quel momento, da mamma, gli avevo sempre creduto". Da quel giorno, Mirna racconta di aver deciso "di non andare più a trovarlo. E il pensiero di trovarmelo davanti l’11 luglio (ieri) non mi fa dormire la notte. Prego per la sua anima e per quella delle ragazze sperando che qualcosa di buono possa ancora da loro venire fuori, ma non riesco a perdonarli". Al termine della lettura, la donna ha lasciato l'aula.
Il marito Ruggero, anche lui visibilmente affranto, ha salutato il figlio con un buffetto sul collo. Poi i volti di entrambi sono diventati di nuovo scuri, fino a quando le porte del Palagiustizia si sono chiuse alle loro spalle.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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