"La procura sbaglia: cosa dice la sentenza". La difesa di Salvini tira dritto per il caso Open Arms

Fonti della difesa del ministro hanno respinto le motivazioni della procura per il ricorso: ora la decisione spetta alla Cassazione

"La procura sbaglia: cosa dice la sentenza". La difesa di Salvini tira dritto per il caso Open Arms
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La procura di Palermo ha deciso di ricorrere in Cassazione dopo l'assoluzione di primo grado per Matteo Salvini, saltando il ricorso in Corte d'Appello per il caso Open Arms. Il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti si è detto "tranquillo" e ha ricevuto la solidarietà e la vicinanza, tra gli altri, anche del presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, che del ministro dell'Interno, Matteo Piantedosi. La procura ha agito in punta di diritto utilizzando l'istituto del ricorso per "saltum", inusuale ma non proibito.

"È erroneo e fuorviante sostenere che la sentenza di assoluzione del Tribunale di Palermo nei confronti del ministro Matteo Salvini si sia limitata a esprimere considerazioni in diritto", hanno dichiarato fonti della difesa del leader della Lega. "La tesi accusatoria è stata bocciata anche nel merito: è stato escluso che i minori siano sbarcati con ritardo; è stato escluso che il divieto d'ingresso nelle acque nazionali costituisse un'ipotesi di respingimento di rifugiati; è stato riconosciuto che il Comandante della Open Arms abbia agito in modo 'discutibile' trattenendosi, per giorni, al largo delle coste italiane, confidando in un'improbabile evoluzione favorevole della vicenda, anziché esperire le altre valide soluzioni disponibili", hanno riferito le stesse fonti.

"È legittima ogni scelta processuale, ma il contenuto della sentenza non può essere minimizzato o ignorato", hanno concluso nella replica alle motivazioni del ricorso. Va ricordato che la Cassazione non entra nel merito dei fatti, ma valuta se la sentenza impugnata è conforme al diritto e può accogliere il ricorso, rigettarlo o dichiararlo inammissibile. È un'analisi che viene fatta dai giudici e ci vorrà del tempo per conoscere cosa decideranno di fare i giudici del Palazzaccio. Era comunque prevedibile il ricorso della procura, quel che non era prevedibile era la modalità per "saltum", che accorcia comunque l'arrivo a una sentenza definitiva perché si salta a piè pari la Corte d'Assise d'Appello. "Difendere l'Italia e i suoi confini non è un reato", ha dichiarato Matteo Salvini in un post social successivo alla notizia del ricorso in Cassazione.

"Evidentemente qualcuno non si rassegna, andiamo avanti: non mi preoccupo", è il pensiero del vicepremier. Tutto il centrodestra è schierato in modo compatto accanto al ministro e ne difende il lavoro fatto al Viminale.

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