Una folla di giornalisti e curiosi ha atteso, come era prevedibile, la influencer e imprenditrice Chiara Ferragni, in udienza a Milano perché imputata di truffa aggravata per il Pandoro-Gate. “È una fase molto delicata della mia vita e quindi comprenderete se decido di non rilasciare altre dichiarazioni”, le poche parole della 38enne all’uscita dall’aula. Ferragni, è stato riferito, parteciperà a tutte le udienze del procedimento che la vede coinvolta: oggi ha partecipato in primis per accettare la remissione di querela di una consumatrice di Avellino che aveva comprato il pandoro Pink Christmas a prezzo maggiorato (circa 9 euro), risarcita con circa 500 euro, e anche quella proveniente da un vecchio fascicolo aperto a Cuneo (successivamente la Cassazione ha deciso che competente sul caso era la procura di Milano). Tacchi a spillo e tailleur scuro, Ferragni era accompagnata dal suo avvocato Giuseppe Iannacone.
Sulla richiesta di costituzione di parte civile avanzata da una associazione di consumatori (in altri casi vi è stato un risarcimento e l’iter si è concluso in via extra giudiziale), la Casa del consumatore, il giudice della terza sezione, Ilio Mannucci Pacini, deciderà a fine novembre. Quest’ultima associazione, come fa notare lo staff della Ferragni, si è costituita solo alcuni mesi dopo l’esplosione del Pandoro-gate, ovvero a marzo 2024. Per risolvere la questione in via extra giudiziale, l’associazione chiedeva la promozione sui social da parte della influencer da milioni di follower, di una app a tutela dei consumatori. “Non un progetto privato ma del ministero”, hanno spiegato i legali Miriam e Aniello Chianese.
Ma Ferragni ha rifiutato la proposta risarcitoria e oggi davanti al giudice, tramite i suoi legali, ne ha chiesto l’esclusione da parte civile. Nell’inchiesta l’imprenditrice deve rispondere di truffa aggravata dall'uso del mezzo informatico in relazione alle operazioni commerciali "Pandoro Balocco Pink Christmas" (Natale 2022) e "Uova di Pasqua Chiara Ferragni - sosteniamo i Bambini delle Fate" (Pasqua 2021 e 2022). A processo oltre Chiara Ferragni c'è il suo ex braccio destro Fabio Maria Damato e il presidente del Cda di Cerealitalia, Francesco Cannillo. Per la procura, l'influencer avrebbe ingannato i consumatori e avrebbe ottenuto, tramite le due campagne commerciali, un ingiusto profitto di circa 2,2 milioni di euro, oltre che benefici non calcolabili "dal ritorno di immagine".
In
particolare, l'operazione "Balocco" avrebbe indotto "in errore un numero imprecisato di acquirenti" convinti che con il proprio acquisto Pink avrebbero finanziato la raccolta fondi a favore dell'ospedale Regina Margherita di Torino.