
Il Giappone ha detto basta alle incursioni di droni cinesi all'interno del proprio spazio aereo. Il governo guidato da Shigeru Ishiba ha infatti autorizzato l'esercito a ricorrere all'uso della forza per abbattere qualsiasi velivolo senza pilota avvistato in aree off limits. Il cambio di passo effettuato da Tokyo avrà dunque importanti ripercussioni sulla risposta che le Forze di autodifesa giapponesi metteranno in pratica di fronte all'incremento dell'attività di droni cinesi nella regione. Certo, il nuovo approccio non influirà sulla difesa delle principali isole nipponiche ma lascia aperta la possibilità di uno scontro armato attorno alle contese isole Senkaku (o Diaoyu per Pechino) situate nel Mar Cinese Orientale, controllate da Tokyo e rivendicate dal Dragone.
La mossa giapponese contro i droni cinesi
Come ha sottolineato il quotidiano nipponico Sankei Shimbun, il Giappone, alleato chiave degli Stati Uniti, sta evolvendo le sue politiche di sicurezza per riflettere il panorama in continua evoluzione della guerra moderna. Nel mirino di Tokyo, in particolare, ci sono le piattaforme senza equipaggio sempre più sofisticate sviluppate dalla Cina. In base al precedente quadro giuridico, ai piloti dell'aeronautica militare giapponese era consentito adottare le "misure necessarie" contro i droni che entravano nello spazio aereo nazionale, ma non potevano sparare ai velivoli che non rappresentavano una minaccia diretta per la vita umana.
Un'interpretazione ampliata della politica era stata annunciata per la prima volta nel febbraio 2023, ma è stata formalmente adottata dal governo di Ishiba soltanto di recente. Secondo un rapporto del ministero della Difesa giapponese, nell'anno fiscale 2024, conclusosi alla fine di marzo, i jet dell'aeronautica militare di Tokyo sono stati impiegati 704 volte per intercettare aerei cinesi e russi in avvicinamento nello spazio aereo controllato dal Giappone. Nel 2024 ben 30 droni cinesi sono stati rilevati in funzione nella zona di identificazione della difesa aerea giapponese.
Secondo i rapporti pubblicati dall'Ufficio di Stato Maggiore Congiunto del Ministero della Difesa giapponese, l'aeronautica militare del Paese ha già intercettato 11 droni cinesi dall'inizio dell'anno fiscale 2025. Tutta l'attività è stata rilevata intorno alle isole sud-occidentali del Giappone e corrispondeva ai movimenti segnalati nella zona di difesa aerea di Taiwan.
Il cambio di passo di Tokyo
Le foto pubblicate dal Joint Staff Office hanno mostrato almeno tre tipi di droni cinesi: le piattaforme da ricognizione BZK-005, TB-001 e Wing Loong 2. Lo scorso agosto, il Giappone ha dichiarato che un aereo cinese con equipaggio per la raccolta di informazioni aveva violato lo spazio aereo sopra un isolotto vicino all'isola principale più meridionale del Paese, Kyushu. Il ministero degli Esteri cinese aveva definito l'intrusione come involontaria senza scusarsi pubblicamente. Nel Mar Cinese Orientale, invece, entrambe le parti si sono più volte accusate a vicenda per aver violato il reciproco spazio aereo rivendicato sopra le citate isole Senkaku.
Nel frattempo l'esercito giapponese sta sviluppando una tecnologia anti-drone che include armi ad energia diretta, o laser. In aria, i jet dell'aeronautica militare devono inoltre fare affidamento su missili e cannoni per ingaggiare i velivoli senza pilota che violano le aree off limits.
Fino ad oggi nessuno dei droni cinesi individuati nei pressi del territorio giapponese è stato accusato di aver violato lo spazio aereo nipponico. Il cambio di politica aerea potrebbe tuttavia aggravare le tensioni esistenti tra i Tokyo e Pechino.