Air India, chi era il capitano dell'aereo caduto

Un veterano con oltre 8200 ore di volo, Sumeet Sabharwal, il pilota dell'aereo Air India precipitato ieri 12 giugno, era anche un'istruttore di volo che preparava i giovani piloti

A destra una terribile immagine dell'aereo Air India precipitato. A destra il pilota Sumeet Sabharwal
A destra una terribile immagine dell'aereo Air India precipitato. A destra il pilota Sumeet Sabharwal
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Era un pilota esperto, con quasi trent’anni di servizio e prossimo alla pensione, il comandante del volo Air India precipitato ieri poco dopo il decollo da Ahmedabad, in India, con destinazione Londra. A riportarlo è la BBC, che identifica il pilota come Sumeet Sabharwal, 60 anni, deceduto insieme alle altre 240 persone a bordo. L’unico sopravvissuto alla tragedia è un cittadino britannico di origine indiana. Sabharwal aveva accumulato oltre 8.200 ore di volo nel corso della sua carriera.

Era istruttore di volo

Non solo pilota veterano, Sumeet Sabharwal ricopriva anche il ruolo di istruttore per i voli di linea, con la responsabilità di formare i colleghi più giovani. Era a pochi mesi dal pensionamento e aveva programmato di dedicare più tempo al padre, un ex funzionario dell’ente di regolamentazione dell'aviazione civile indiana di 82 anni. "Era una persona molto riservata e disciplinata, lo vedevamo spesso in uniforme mentre andava e veniva", ha raccontato un vicino di casa di Mumbai ai media.

Oltre 300 le vittime

Il copilota, primo ufficiale Clive Kundar, aveva accumulato circa 1.100 ore di volo ed era certificato per pilotare il Boeing 787 Dreamliner coinvolto nell’incidente. Il bilancio delle vittime non è ancora definitivo: si stima che i morti possano superare le 300, includendo anche le persone decedute a terra a causa della caduta e della successiva esplosione dell’aereo, che era pieno di carburante.

Dopo una lunga e drammatica notte di attesa, numerosi familiari sono ancora accampati fuori dall’ospedale di Ahmedabad, in attesa di poter riconoscere le salme. Molti hanno fornito campioni di DNA per facilitare l’identificazione, un processo che richiederà ancora tempo prima di poter restituire i corpi ai propri cari.

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