Cronaca internazionale

Cessate il fuoco in Nagorno Karabakh, domani al via i negoziati: l'annuncio di Mosca

Domani i rappresentanti dell'Azerbaigian e dei separatisti del Nagorno-Karabakh potrebbero avviare negoziati per fermare l'operazione militare lanciata nella giornata di ieri da Baku

Cessate il fuoco in Nagorno Karabakh, domani al via i negoziati: l'annuncio di Mosca

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La possibile quiete dopo la tempesta. Sembra che nelle prossime ore i rappresentanti dell'Azerbaigian e dei separatisti del Nagorno-Karabakh possano avviare negoziati nella città azera di Yevlakh per giungere ad un compromesso. La proposta sarebbe arrivata dal comando dei peacekeeper russi nel Nagorno-Karabakh. Sarebbe stato trovato un accordo per il ritiro delle unità rimanenti e delle truppe delle forze armate armene dalla zona di schieramento degli uomini di Mosca. Dal Cremlino non sono ancora filtrate conferme, ma i media russi scrivono che un incontro dei rappresentanti dei separatisti del Karabakh con Baku sulla "reintegrazione, il rispetto dei diritti e la sicurezza degli armeni" si terrà domani nella citata città di Yevlakh.

I negoziati tra Baku e i separatisti

Secondo quanto riportato dall’agenzia russa Interfax, le ostilità nel Nagorno-Karabakh si sarebbero concluse a mezzogiorno ora di Mosca, con la decisiva mediazione del comando del contingente russo di mantenimento della pace. "È stato concordato di cessare completamente le ostilità a partire dalle 13:00 del 20 settembre 2023, con la mediazione del comando del contingente russo di mantenimento della pace di stanza nel Nagorno-Karabakh", si legge nella nota diffusa dal centro di informazione della Repubblica del Nagorno-Karabakh.

La stessa fonte ha spiegato che è stato concordato di ritirare i restanti distaccamenti e truppe delle forze armate armene dalla zona di spiegamento del contingente russo di mantenimento della pace, di sciogliere e disarmare completamente le unità armate dell'Esercito di difesa del Nagorno-Karabakh e di ritirare attrezzature pesanti e armi dal territorio del Nagorno-Karabakh per il bene del loro smaltimento "il più presto possibile". Al momento comunque la Russia non ha confermato la notizia. "Per ora non ho i dettagli e quindi non posso dire nulla al riguardo", ha detto il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov ai giornalisti. "I contatti sono continuati lì tutto il tempo. Pertanto, non posso confermarlo con certezza", ha aggiunto.

Il ruolo di Mosca

Nelle scorse ore, il presidente azero, Ilem Aliyev, aveva dichiarato che l'offensiva azera si sarebbe fermata se i separatisti armeni avrebbero deposto le armi. Le autorità armene sostengono che almeno 32 persone, tra cui sette civili, sarebbero morte e oltre 200 sarebbero rimaste ferite nell'operazione militare lanciata nel Nagorno-Karabakh dalle forze armate azere. "Le forze armate azere stanno utilizzando armi pesanti, inclusa l'artiglieria, contro la popolazione" ha detto la responsabile armena della difesa dei diritti umani Anahit Manasyan. "Tra la popolazione civile, sette persone sono state uccise, due delle quali erano bambini, e 35 sono rimaste ferite, di cui 13 bambini", ha aggiunto.

In un simile contesto, la Russia aveva annunciato che il suo contingente di mantenimento della pace nel Nagorno-Karabakh aveva organizzato l'evacuazione della popolazione civile dalle aree più pericolose e la fornitura di assistenza medica ai cittadini colpiti. Mosca si era inoltre detta preoccupata per l’escalation. Se i rapporti dovessero essere confermati, il Cremlino potrebbe adesso aver contribuito ad allentare le tensioni.

I riflettori sono puntati su Baku e Erevan.

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