
L'assegnazione del Premio Nobel per la Pace 2025 a María Corina Machado non ha esattamente accontentato tutti. Da parte delle più importanti istituzioni italiane ed europee la decisione è stata sicuramente accolta con grande sosddisfazione, con la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, che ha scritto sul proprio profilo X in lingua spagnola direttamente alla vincitrice: "Questo premio onora non solo il tuo coraggio e la tua convinzione. Ma ogni voce che si rifiuta di essere messa a tacere. In Venezuela e in tutto il mondo. Invia un messaggio potente. Lo spirito di libertà non può essere imprigionato. La sete di democrazia prevale sempre. Cara María, la lotta continua".
Parole simili sono state utilizzate in Italia da sostanzialmente tutti i leader di partito, compresi i due vicepresidenti del Consiglio. Antonio Tajani sottolinea come Machado sia una "donna coraggiosa che si è battuta per la libertà e la democrazia in Venezuela, quindi credo sia giusto avergli concesso il premio Nobel per la pace". Per il ministro degli Esteri e capo di Forza Italia "la libertà è la parola chiave e quindi ritengo che aver assegnato a una donna del Sud America, a una donna in modo particolare, il premio Nobel per la pace sia una scelta che va nella giusta direzione". Matteo Salvini valuta "molto positivamente il Nobel appena assegnato alla venezuelana María Corina Machado, leader dell’opposizione al regime comunista di Maduro. Una voce autorevole per la promozione della libertà e i diritti, spesso ospite delle iniziative promosse da Lega e Patrioti per l'Europa, il cui voto in Ue, lo scorso anno, fu decisivo per assegnarle il Premio Sakharov per la libertà di pensiero".
Tuttavia, tra le fila della Lega, si confida altresì che Donald Trump possa ricevere l'importante riconoscimento l'anno prossimo: "È la proposta della Lega, in Parlamento e a Bruxelles, auspicando che il piano di pace in Medio Oriente prosegua senza intoppi". Ed è proprio attorno alla figura del presidente degli Stati Uniti d'America che si è scatenata una polemica contro il Comitato Nobel. Steven Cheung, direttore delle comunicazioni della Casa Bianca, ha infatti storto il naso davanti all'annuncio di questa mattina: "Non ci sarà mai nessuno come lui in grado di spostare le montagne con la sola forza della sua volontà. Il Comitato per il Nobel ha dimostrato di anteporre la politica alla pace - ha scritto su X commentando la notizia della giornata -. Il presidente Trump continuerà a stringere accordi di pace in tutto il mondo, a porre fine alle guerre e a salvare vite umane".
Non si è fatta attendere la dura replica del medesimo Comitato nei confronti dello staff della comunicazione di Trump: "Nella lunga storia di questo premio abbiamo visto intorno a noi diversi tipi di campagne e di attenzioni. Ma il Comitato siede in una stanza ai muri della quale ci sono i ritratti di chi ci ha preceduto, e ha preso scelte nel nome del coraggio e dell'integrità. Abbiamo operato basandoci su questo. La nostra decisione si basa solo sul lavoro e sulla volontà di Alfred Nobel".
Quest'anno sono state presentate ben 338 candidature, tra le quali è spiccata senza dubbio proprio quella di Donald Trump, il quale ha sempre più volte ribadito di ambire al premio e di considerarlo meritato per i suoi sforzi in Medio Oriente e nella risoluzione dei conflitti internazionali.