Cronaca internazionale

"È un uomo morto": chi è Yahya Sinwar, il capo di Hamas nel mirino di Tel Aviv

Sanwar è il boss supremo di Hamas, ne è decisore chiave nonché responsabile della linea politica da tenere. Si è guadagnato la reputazione di essere tra i più radicali del gruppo

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È stato liberato nel 2011 nel corso di uno scambio di prigionieri con Israele dopo più aver trascorso più di 20 anni in carcere, condannato a quattro ergastoli. Nel 2017 è salito alla guida di Hamas nella Striscia di Gaza in seguito ad elezioni interne segrete. Oggi Yahya Sinwar è il boss supremo del gruppo, ne è decisore chiave nonché responsabile della linea politica da tenere, anche – e soprattutto – nei confronti di Israele. Che adesso lo ha messo in cima alla lista dei suoi obiettivi. "Yahya Sinwar è il comandante della operazione ed è un uomo morto. La leadership militare e politica di Hamas, tutte le sue strutture sono attaccabili e condannate", ha tuonato il portavoce militare israeliano Daniel Hagari.

Radicale ed estremo

Qualche anno fa dichiarava che avrebbe "spezzato il collo" a chiunque si sarebbe opposto alla riconciliazione, mentre negli anni Ottanta il suo compito era quello di uccidere i palestinesi che collaboravano con Israele. Sinwar parla ebraico, conosce la società di Israele, la mentalità e le sensibilità israeliane. Nel suo curriculum conta 23 anni alla guida del principale apparato di sicurezza di Hamas, responsabile, come detto, di rintracciare ed eliminare ogni possibile collaborazionista. Si è guadagnato la reputazione di essere tra i più radicali del gruppo e per anni è stato considerato il collegamento tra l'ala militare e quella politica dell'organizzazione terroristica.

Quando fu rilasciato dal carcere nel 2011, Sinwar si lamentò del fatto che altri prigionieri fossero ancora nelle carceri israeliane. Durante lo stesso discorso, aveva invitato l'ala militare di Hamas, le Brigate Izz ad-Din al-Qassam, ad intraprendere sforzi feroci per rapire più soldati rivali e ottenere il rilascio di più prigionieri palestinesi. Ma chi è davvero Yahya Sinwar?

L'identikit di Sanwar

Nato nel 1962 in un campo profughi a Khan Yunis, quando ancora era sotto il dominio egiziano, Sinwar è cresciuto nel sud della Striscia di Gaza. Si è diplomato presso la scuola superiore maschile della stessa città salvo poi frequentare l'Università islamica di Gaza dove ha conseguito una laurea in Studi arabi. È stato arrestato per la prima volta nel 1982 per attività sovversive e ancora nel 1985. Sinwar si è fin da subito dedicato alla causa pelstinese, è uno degli artefici della prima Intifada e uno dei fondatori del braccio militare di Hamas.

Nel 1988, ha ideato il rapimento e l'uccisione di due soldati israeliani e l'omicidio di quattro palestinesi accusati di essere collaborazionisti. Per questo, un anno più tardi, è stato arrestato e condannato a scontare la pena in Israele. Durante la prigionia ha sofferto di un forte dolore alla testa. Gli era stato diagnosticato un tumore al cervello ed è guarito dopo un intervento chirurgico d'urgenza in un ospedale israeliano. Il 14 febbraio, un ufficiale del servizio carcerario israeliano ha rivelato che in quel momento Sinwar era nel panico, temeva per la sua vita ed era grato per le cure mediche rapide e professionali ricevute. Questo apprezzamento sarebbe poi evaporato nel corso degli anni.

Da segnalare che Sinwar è la mente che ha consentito ad Hamas di ricevere milioni di dollari dal Qatar per alleviare la povertà degli abitanti della Striscia. Per farlo ha ottenuto il semaforo verde da Benjamin Netanyahu, al quale, tra segnali di pragmatismo e timide aperture, aveva persino scritto una lettera in ebraico.

A giudicare da quanto accaduto negli ultimi giorni, i piani del capo di Hamas erano ben lontani da ogni forma di pacificazione.

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