Cronaca internazionale

Così l'ex First Lady delle Isole Vergini aiutò Jeffrey Epstein: i documenti rivelati da JPMorgan Chase

Il finanziere-pedofilo, morto in carcere nel 2019, aveva un rapporto stretto con l'ex First Lady delle Isole Vergini Americane: ecco i documenti svelati da JPMorgan

Così l'ex First Lady delle Isole Vergini aiutò Jeffrey Epstein: i documenti rivelati da JPMorgan Chase

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Prosegue la battaglia legale su Jeffrey Epstein. Le Isole Vergini americane hanno citato in giudizio JPMorgan Chase con l'accusa di aver favorito i crimini sessuali del finanziere. La causa sostiene che JPMorgan Chase ha "chiuso un occhio" sul traffico di esseri umani per oltre un decennio a causa degli affari che il magnate portava avanti. Ora la banca con sede a New York risponde con un documento clamoroso: un deposito federale che dimostrerebbe il rapporto stretto tra l'ex First Lady delle Isole Vergini, Cecile de Jongh, e lo stesso Epstein. La banca sostiene infatti che il governo delle Isole abbia aiutato il finanziere in più occasioni: in un documento, JPMorgan accusa Cecile de Jongh, che lavorava come capoufficio per Epstein, di aver agito come suo "principale tramite per diffondere denaro e influenza nelle Isole Vergini americane". In particolare, il finanziere-pedofilo avrebbe aiutato de Jongh a redigere una bozza di legge sui criminali sessuali. Sì, proprio lui, il finanziere condannato per traffico sessuale.

Così il finanziere aiutò l'ex First lady

Tre anni dopo che Epstein si era dichiarato colpevole di aver adescato una prostituta minorenne in Florida, de Jongh, moglie dell'allora governatore delle Isole Vergini John de Jongh Jr, avrebbe chiesto a Epstein se approvava modifiche specifiche alle leggi sul monitoraggio dei criminali sessuali. In risposta alla richiesta di de Jongh di dare un contributo circa la bozza di legge sui reati sessuali, Epstein rispose così: "Dovremmo aggiungere fuori dal Paese per più di 7 giorni, altrimenti non potrei fare una gita di un giorno a Tortola all'ultimo minuto". Sebbene Epstein abbia seguito da vicino il processo di scrittura della bozza, rimase poi deluso dal risultato finale. A quel punto l'ex First Lady si scusò per come erano andate le cose ma promise al finanziere-pedofilo che avrebbe trovato un modo per "aggirare questi ostacoli", si legge nel documento. Secondo il deposito, la donna avrebbe infatti escogitato un piano per aggirare la stessa legge e dare a Epstein ampia libertà di movimento dentro e fuori dal Paese. Non solo. Secondo un altro documento, Epstein avrebbe pagato le tasse scolastiche dei figli del governatore e della first lady delle Isole Vergini americane, allo Skidmore College di New York, per un totale di 25mila dollari.

L'accordo raggiunto da Jp Morgan con le vittime

È notizia di pochi giorni fa la chiusura di un patteggiamento da 290 milioni di dollari tra JPMorgan e le vittime di Epstein. L'accordo, secondo quanto riportato dal New York Times, riguardarebbe nello specifico la causa intentata lo scorso novembre da una donna alla corte federale di New York a nome anche di altre vittime del finanziere morto suicida in carcere. L'ex finanziere divenne cliente di JPMorgan nel 1998 e la banca nel corso degli anni ha gestito decine di conti correnti legati a Epstein con milioni di dollari, ed è accusata di aver "chiuso un occhio" rispetto alle sue attività illegali.

Il magnate è stato arrestato il 6 luglio 2019 con l'accusa di abusi sessuali su minorenni: è morto per un presunto suicidio il 10 agosto 2019 presso la sua cella del Metropolitan Correctional Center di New York.

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