
“I democratici sono a favore del crimine”. Una frase che non lascia grandi margini di interpretazione. Così, sul profilo della Casa Bianca, l’amministrazione di Donald Trump dopo l’omicidio dell’attivista Charlie Kirk, giustiziato durante un evento alla Utah Valley University (Uvu). Il dossier sicurezza è tra i principali motivi di scontro tra repubblicani e democratici e non potrebbe essere diversamente, considerando la recente scia di violenza.
Fondatore dell’organizzazione politica di destra Turning Point, Kirk era un punto di riferimento del mondo Maga. Il trentunenne è stato freddato mentre dibatteva di politica – proprio di sparatorie negli Usa – circondato da una grande folla di studenti sotto una tenda bianca nel campus dell’università dello Utah. Un omicidio politico secondo molti, Trump non ha utilizzato troppi giri di parole, puntando il dito contro la retorica della "sinistra radicale" che "per anni ha paragonato meravigliosi americani come Charlie ai nazisti e ai peggiori criminali e assassini di massa del mondo": "Questo genere di retorica è direttamente responsabile per il terrorismo che stiamo vedendo nel nostro Paese ora e deve cessare ora".
Un omicidio brutale come quello avvenuto pochi giorni fa a bordo di un treno a Charlotte, dove la rifugiata ucraina Iryna Zarutska è stata accoltellata dall’afroamericano Decarlos Brown Jr. Anche in questo caso lo scontro è stato politico: il mondo repubblicano ha stroncato le politiche buoniste dei democratici, che hanno permesso a molti violenti – compreso l’assassino dell’ucraina – di uscire di galera rapidamente. La (debole) teoria dem è la seguente: la criminalità violenta è sistemica, quindi nessuno è davvero responsabile. Decarlos Brown Jr. non era incensurato, anzi: vantava una lunga storia di arresti – ben quattordici – e di problemi psichiatrici.
E ancora si potrebbe citare la sparatoria di massa a Chicago che ha causato quattro morti e quattordici feriti, oppure la strage di bambini cristiani a Minneapolis firmata da un trans anti-Trump. Le statistiche sui crimini sono spaventose e, come promesso nel corso della campagna presidenziale, Trump ha optato per il pugno duro, ma la stretta è stata duramente contestata dal mondo dem. Forse perché se si osserva l’elenco delle venti città con il più alto tasso di criminalità negli Usa, diciannove di queste sono governate dai democratici. Il tycoon ha deciso di reprimere la criminalità, l’immigrazione clandestina e il degrado schierando la Guardia Nazionale: dopo Washington, nel mirino Chicago e New York. Ma non è finita qui, perché la stretta prevede altri interventi, con buona pace della sinistra.
Tornando all’omicidio di Charlie Kirk, recentemente l’attivista aveva rilanciato un sondaggio quasi profetico sulla diffusione della “cultura dell’assassinio” a sinistra sotto la presidenza Trump. L’inquietante report rivela che la retorica politica violenta online, inclusi gli appelli all'omicidio di personaggi pubblici come il presidente Donald Trump ed Elon Musk, sta diventando sempre più normale, soprattutto tra i democratici. Qualche numero: per il 48% dei progressisti sarebbe in parte giustificato assassinare Musk. La percentuale sale al 55% per quanto concerne Trump. Kirk sentenziò sul punto: "La sinistra è in preda a una frenesia violenta. Qualsiasi battuta d'arresto, che si tratti di perdere un'elezione o una causa in tribunale, giustifica una risposta estremamente violenta.
Questa è la naturale conseguenza della cultura di protesta della sinistra, che tollera violenza e caos da anni. La codardia dei procuratori locali e dei dirigenti scolastici ha trasformato la sinistra in una bomba a orologeria".Period. pic.twitter.com/Zeu3fyWRyv
— The White House (@WhiteHouse) September 10, 2025