La flotta fantasma russa e la rotta del Mediterraneo: così Putin aggira le sanzioni e beffa l'Occidente

Vladimir Putin si sta affidando ad una serie di imbarcazioni in grado di spostare carichi critici attraverso il Mediterraneo senza essere rilevate. Eludendo così le sanzioni occidentali

La flotta fantasma russa e la rotta del Mediterraneo: così Putin aggira le sanzioni e beffa l'Occidente
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La Russia sta utilizzando da mesi una flotta fantasma, composta da vascelli di varie dimensioni, per trasportare petrolio e armi, incassare lauti compensi e, soprattutto, aggirare le sanzioni occidentali. I riflettori sono puntati, nello specifico, sulla Sparta IV, una nave da carico battente bandiera russa del peso di 8.870 tonnellate, e monitorata più volte fare spola tra la Siria, l'enclave europea del Cremlino, Kaliningrad, e la Russia. Il suo obiettivo? Neutralizzare l'effetto del sistema sanzionatorio varato dall'Occidente. Più in generale, Vladimir Putin si affida ad una serie di imbarcazioni in grado di spostare carichi critici attraverso il Mediterraneo senza essere rilevate.

La flotta fantasma di Putin

Qualche settimana fa il quotidiano britannico The Times ha scritto che la Russia sta adottando due modalità per nascondere la flotta delle sue navi agli occhi dei radar nemici. Da un lato, infatti, Mosca manipola i segnali del sistema di identificazione automatica (AIS) trasmessi dalle imbarcazioni per alterarne la posizione o l'identità. Dall'altro blocca i segnali GPS per mascherare i movimenti delle stesse imbarcazioni. In entrambi i casi il risultato è identico: centinaia di vascelli fantasmi di Putin possono transitare in zone marittime strategiche, commerciando armi e petrolio, e consentendo a Mosca di aggirare le sanzioni occidentali.

Lo scorso ottobre, in un paper pubblicato dal Nato Defense College si leggeva chiaramente che Mosca utilizzava "una flotta unica, composta da navi moderne in grado di spostare carichi critici senza essere rilevati" attraverso gli stretti controllati dalla Turchia che limitano l'accesso al Mar Nero. Detto altrimenti, negli ultimi mesi le navi mercantili del Cremlino hanno viaggiato dalla base russa situata nel porto siriano di Tartus e le strutture militari nel porto russo di Novorossiysk. A detta degli analisti, trasportavano munizioni per i soldati russi impegnati sul fronte.

Petrolio attraverso il Mediterraneo

In ogni caso, è interessante focalizzare l'attenzione su Sparta IV, direttamente collegata al ministero della Difesa russo e nota per essere impiegata dal Cremlino per il trasporto di veicoli militari. Dall'inizio della guerra in Ucraina, è emerso uno "schema" secondo il quale l'imbarcazione lascerebbe le strutture militari della marina russa a Novorossiysk, prima di dirigersi verso le acque territoriali siriane. A quel punto smetterebbe di inviare dati di localizzazione e tracciamento.

Il 26 febbraio la Sparta IV ha però fatto qualcosa di inedito. La nave stava rientrando da Tartus. Tuttavia, invece di entrare nel Bosforo, il mezzo ha fatto dietrofront per tornare nel Mediterraneo, lambendo le acque del Canale di Sicilia e continuando il suo percorso oltre lo Stretto di Gibilterra. L'imbarcazione ha in sostanza fatto il giro dell'Europa fino ad arrivare a Kaliningrad.

Come ha fatto notare Il Corriere della Sera, la Sparta IV è stata scortata per un tratto dalla fregata russa Grigorovich, a conferma del fatto che potesse trasportare materiale sensibile. A Kaliningrad, inoltre, avrebbe presumibilmente scaricato la mercanzia, per poi trasferirla in Russia.

Se così fosse accaduto, Mosca avrebbe fatto transitare la merce via terra attraverso il territorio dell'Unione europea. La nuova rotta marittima battuta dal Cremlino per aggirare le sanzioni, dunque, passa dal cuore del Mediterraneo sotto gli occhi dell'Occidente.

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