Cronaca internazionale

"Violata mia privacy". Hunter Biden difende il laptop della vergogna

Secondo Hunter Biden John Paul Mac Isaac ha diffuso illegalmente il contenuto del suo laptop, che si trovava in riparazione presso il suo negozio

"Violata mia privacy". Hunter Biden difende il laptop della vergogna

Il figlio del presidente Usa, Hunter Biden, ha intentato una causa contro il proprietario del negozio di computer del Delaware che ha consegnato al New York Post e all'avvocato di Donald Trump, Rudy Giuliani, il contenuto del suo laptop che si trovava lì in riparazione. Il figlio di Joe Biden sostiene che il proprietario del negozio, John Paul Mac Isaac, ha diffuso illegalmente i suoi dati personali e lo accusa di sei capi di imputazione per violazione della privacy, secondo la causa intentata presso il tribunale distrettuale del Delaware e ottenuta da Fox News. L'esistenza del laptop è stato messa in discussione per oltre due anni, tanto che in un primo momento la stampa filo-dem aveva bollato la notizia come "propaganda russa". Su Twitter, lo scoop del New York Post fu addirittura censurato da Twitter durante la campagna presidenziale 2020.

Così cambia la strategia di Hunter Biden: il laptop esiste

Come riportato nelle scorse settimane proprio dal New York Post, nella lettera di 14 pagine inviata al procuratore generale del Delaware Kathy Jennings, l'avvocato di Biden ha affermato che il proprietario del negozio John Paul Mac Isaac ha "illegalmente" avuto accesso ai dati del laptop di Hunter e ha lavorato in combutta con l'avvocato personale dell'ex presidente Donald Trump, Rudy Giuliani, al fine di screditare il suo assistito, diffondendo in maniera illegittima i contenuti del portatile. Così cambia la narrazione e anche la strategia degli avvocati di Hunter Biden. Ora non si dice più che il contenuto del portatile è falso o che è stato addirittura prodotto dai russi.

Si ammette altresì, dopo oltre due anni, che il laptop esiste, ma che il suo contenuto non andava diffuso. Il punto è che il proprietario del negozio e Rudy Giuliani non avrebbero dovuto far circolare quei file personali di Hunter Biden, secondo gli avvocati del lobbista. La storia è nota: i federali recuperarono il portatile nel dicembre 2019, su segnalazione dello stesso Isaac che - a suo dire - non riusciva a mettersi in contatto con Hunter Biden, dopo oltre 90 giorni, ma non prima che il riparatore di computer facesse una copia del contenuto del disco rigido e la consegnasse all’avvocato personale di Giuliani, Robert Costello, che a sua voltà lo diede al New York Post. Archiviata dunque la tesi della “disinformazione russa”, si ammette così l’esistenza del famigerato computer contenente i segreti del figlio del presidente.

Di cosa è accusato il figlio del presidente Usa

Nel frattempo, Hunter Biden Usa potrebbe affrontare presto i suoi guai con la giustizia. Le accuse che potrebbero essere formulate dai pubblici ministeri contro il figliore del presidente Usa riguardano presunte violazioni fiscali e una falsa dichiarazione in relazione all’acquisto di un’arma da fuoco del figlio del presidente in un momento in cui gli sarebbe stato proibito farlo a causa a causa della sua – ampiamente nota – tossicodipendenza (dalla quale è uscito). L’indagine del Dipartimento di Giustizia si è concentrata sulle attività finanziarie e commerciali di Hunter Biden in Paesi stranieri – come l’Ucraina e la Cina – risalenti al periodo in cui il padre era vicepresidente degli Stati Uniti.

Ma gli investigatori, secondo la Cnn, hanno esaminato una serie di “condotte più ampie”, cercando di capire se Hunter e i suoi associati abbiano violato le norme relative al riciclaggio di denaro e al finanziamento illecito della campagna elettorale, oltre ad altre possibili violazioni di leggi inerenti il fisco americano.

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