Cronaca internazionale

"Ha fatto morire le scimmie". Cosa non torna nell'inchiesta contro Musk

Neuralink, l'azienda di Musk impegnata nello sviluppo di un dispositivo da impiantare nel cervello per aiutare le persone paralizzate a camminare, è sotto indagine federale. Ecco cosa non torna

"Ha fatto morire le scimmie". Cosa non torna nell'inchiesta contro Musk

Primi guai giudiziari per il patron di Tesla e di Twitter, Elon Musk. Neuralink, l'azienda statunitense di neurotecnologie con sede a San Francisco, fondata da un gruppo di imprenditori, tra cui proprio Musk, che si occupa di sviluppare interfacce neurali impiantabili, è sotto inchiesta federale per potenziali violazioni commesse ai danni degli animali durante i test condotti dalla stessa azienda. Neuralink Corp sta sviluppando un impianto cerebrale che spera possa aiutare le persone paralizzate a camminare di nuovo e curare altri disturbi neurologici. L'inchiesta federale, di cui non è stata data notizia in precedenza, è stata aperta nei mesi scorsi dall'ispettore generale del Dipartimento dell'Agricoltura degli Stati Uniti su richiesta di un procuratore federale, secondo due fonti a conoscenza dell'inchiesta. L'indagine, ha detto una delle fonti, si concentra sulle presunte violazioni dell'Animal Welfare Act, che regola il modo in cui i ricercatori trattano e testano alcuni animali. A darne notizia è il Guardian.

Inchiesta contro il fondatore di Tesla, il milionario anti-establishment

Sicuramente si tratta di un caso e di una semplice coincidenza, ma la notizia dell'inchiesta ai danni di Neuralink emerge nel momento in cui tutto l'establishment statunitense - e non solo - ha espresso il suo malcontento per come Elon Musk sta gestendo Twitter, piattaforma social che l'uomo più ricco del mondo ha acquisito nelle scorse settimane per la modica cifra di 44 miliardi di dollari. Musk ha sferrato un duro colpo all'establishment quando, venerdì scorso, ha "utilizzato" il giornalista indipendente Matt Taibbi per pubblicare una prima serie di documenti interni, svelando le pressioni politiche per limitare il “free speech”, e come questo sforzo ha subito un’accelerazione in occasione delle ultime elezioni presidenziali, con l’importante decisione dell’ottobre 2020 da parte di Twitter di bloccare la diffusione dello scoop del New York Post circa i contenuti compromettenti del laptop di Hunter Biden, figlio del presidente Usa e al tempo sfidante di Donald Trump. Che abbia infastidito qualcuno? Chissà.

Dubbi sull'indagine e l'importante lavoro di Neuralink

Tornando all'indagine federale, lo stesso Guardian sottolinea che le normative statunitensi non specificano quanti animali le aziende possono utilizzare per la ricerca e danno un margine di manovra significativo agli scienziati per determinare quando e come utilizzare gli animali negli esperimenti. Neuralink, peraltro, ha superato tutte le ispezioni del Dipartimento dell'agricoltura degli Stati Uniti d'America delle sue strutture, come mostrano i documenti normativi. In tutto, l'azienda ha ucciso circa 1.500 animali, tra cui più di 280 pecore, maiali e scimmie, a seguito di esperimenti condotti dal 2018 in poi, secondo i documenti esaminati da Reuters e fonti con conoscenza diretta delle operazioni di test sugli animali dell'azienda. Dunque, al momento parliamo di un'indagine che potrebbe anche non portare a nulla vista l'ampia discrezionalità che viene concessa agli scienziati in questi esperimenti, giustamente. Lo appurerà eventualmente la giustizia americana, sempre che non sia un'inchiesta avviata da qualche procuratore per ottenere un po' di visibilità o giusto per infangare un po' il nome dell'istrionico milionario.

Musk è un'imprenditore e come tale non fa beneficienza, né ha lanciato Neuralink per puro spirito filantropico. Questo è chiaro. Tuttavia, è bene sottolineare che Neuralink è impegnata nello sviluppo di un dispositivo da impiantare nel cervello per aiutare le persone paralizzate a camminare e curare altri problemi neurologici. Una tecnologia che andrebbe a beneficio - costi permettendo - di milioni di persone, in futuro. Che farebbe sentire meglio persone che ora non possono nemmeno camminare, dando benessere a loro e alle loro famiglie, allievando importanti sofferenze. E allora, anche se l'azienda avesse commesso qualche "forzatura" in tal senso, con tutto il rispetto per scimmie e pecore - che comunque meritano di essere trattati con la dovuta attenzione in quanto essere viventi - sarebbe in qualche modo "giustificata" dall'importante obiettivo che l'azienda si è prefissata.

Qualche volta, come in questo caso, il fine giustifica i mezzi, anche se dirlo non è politically correct.

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