L’sos, il cargo cinese e il tablet dei misteri. Gli skipper "fantasma" del veliero sparito

Il 2 maggio 2018 il veliero Bright scomparve dai radar. Un cargo cinese l’avrebbe speronato, ma qualcuno ha usato i social e le carte dell'equipaggio

Screen Storie Italiane
Screen Storie Italiane
00:00 00:00

Un mistero che si spera di chiarire. Due skipper di lungo corso scomparsi nel nulla con il loro veliero. Un testimone che parla di una collisione. Sono tutti gli elementi del giallo internazionale che circonda il naufragio del veliero Bright, scomparso dai radar il 2 maggio 2018. A bordo c’erano due navigatori esperti, che non sono mai stati ritrovati, anche se a settembre 2024 sono spuntati dei forti dubbi sulla possibilità che i due uomini siano morti nel naufragio e quindi delle speranze che invece siano sopravvissuti.

Il viaggio dei due skipper

Nel 2018 Antonio Voinea ha 30 anni. È originario di Bovolenta, a lungo ha vissuto nella provincia di La Spezia, ma da poco tempo risiede con la moglie a Fuerteventura, dove hanno aperto un locale. Aldo Revello risiede invece a Castelnuovo Magra e ha 53 anni. I due si conoscono bene, uniti dalla passione e dall’esperienza nella vela, tra l’altro Revello è skipper professionista.

Il viaggio inizia il 7 aprile 2018 dalla Martinica alla volta di La Spezia. I due fanno una sosta alle Azzorre il 28 aprile, per poi partire verso Gibilterra. Ma dal 2 maggio risultano dispersi: nonostante le buone condizioni meteo, la Bright, un Oceanis 473 di 14 metri, scompare dai radar a 342 miglia a est di Ponta Delgada, ma non prima di mandare un sos, come riporta Padova Oggi.

Il segnale di soccorso utilizzato prende il nome di “Epirb” (Emergency position indicating radio beacons) e, spiega l’Ansa, viene attivato manualmente: stando all’ipotesi della ricostruzione, Voinea e Revello avrebbero avuto il tempo di scendere sotto coperta e poi risalire per utilizzare la zattera di salvataggio, tanto più che il sistema richiede meno di un minuto e mezzo di tempo. Quando questo dettaglio è emerso, Rosa Cilano, moglie di Revello, ha così commentato: “Se prima ero sicura al 90% che fossero su una zattera, adesso lo sono al 100%”.

Il naufragio e le ricerche

Dopo la sparizione dai radar del Bright, imbarcazione e skipper sono stati cercati per giorni, sia dalle autorità italiane, che si sono avvalse tra l’altro della Fregata Alpino, sia da quelle portoghesi. La procura di Roma ha perfino aperto un fascicolo di indagine. Alla fine sono stati ritrovati dei resti attribuiti al veliero e tre giubbotti di salvataggio, ma non si sa se questi ultimi fossero nella dotazione di Voinea e Revello. Fino al 2024 ha prevalso ciò che è stato raccontato da un sedicente testimone oculare.

Secondo quanto riportato da Il Secolo XIX, questa persona avrebbe assistito allo speronamento del Bright da parte di un cargo battente bandiera cinese, la Cmb Catrine, cargo che si sarebbe immediatamente allontanato. Il marittimo avrebbe fornito elementi talmente circostanziati - perfino una fotografia - da essere ritenuto convincente nella narrazione mediatica di quei giorni, tuttavia in realtà le autorità italiane non hanno mai confermato la ricostruzione.

Un mistero non ancora concluso

Come detto, il caso è tutt’altro che chiuso. Nel 2024 è infatti spuntata una fattura, datata 2020, per un noleggio auto a nome di Antonio Voinei. A questo si aggiungono i collegamenti ai canali social dei due skipper in date successive alla scomparsa - il 19 ottobre 2018 sul profilo di Revello e il 15 luglio 2021 su quello di Voinea - e un tablet ancora misterioso inviato alla famiglia di Voinea, non si sa da chi. Quel che è certo è che l’indagine non è stata archiviata anche grazie a questi nuovi elementi, trovati grazie a investigatori privati.

Non sappiamo ancora cosa sia successo - ha detto al Corriere della Sera l’avvocato Aldo Niccolini, che sta seguendo il caso per conto dei famigliari di Voinea - ma quello che so per certo è quello che non è successo. Un inabissamento di un’imbarcazione con quelle caratteristiche e di quelle dimensioni in pochi secondi con un solo segnale di sos lanciato e senza lasciare alcuna traccia se non dei giubbotti di salvataggio è inverosimile.

Faremo di tutto per cercare e raggiungere la verità”.

Si continua a indagare anche sulle ragioni del viaggio: con loro c’era una terza persona, un membro dell’equipaggio che era sceso dal Bright durante la sosta alle Azzorre di fine aprile 2018.

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica