Lettere, libri e solitudine: la vita di Navalny nel carcere siberiano

Alexei Navalny è stato in grado di inviare centinaia di lettere scritte a mano. In una delle ultime, inviata ad un vecchio amico, raccontava di aver letto il racconto "Nel burrone" di Cechov

Lettere, libri e solitudine: la vita di Navalny nel carcere siberiano
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Si aggiornava sui temi di più stretta attualità, commentava le principali vicende politiche mondiali scrivendo molteplici lettere ai conoscenti, leggeva molti libri. E poesie. Iniziano a filtrare piccoli particolari sulla vita di Alexei Navalny in carcere, compresi gli ultimi giorni prima della sua misteriosa morte. "Confinato in celle fredde e di cemento, e spesso solo con i suoi libri, Alexei A. Navalny cercava conforto nelle lettere", ha sottolineato il New York Times rivelandone anche i testi, nonché le confessioni condivise dal dissidente russo con i suoi amici più intimi.

L'ultimo messaggio di Navalny

Il giornalista Sergei Parkhomenko, insieme a Navalny una delle figure più rilevanti del movimento di protesta emerso in Russia nel periodo 2011-2013, ha spiegato di aver ricevuto la lettera dell'ex politico lo scorso 13 febbraio, ovvero cinque giorni prima della notizia della morte di quest'ultimo. Nel messaggio, presumibilmente uno degli ultimi scritti dal dissidente, Navalny ha raccontato di aver letto tutto ciò che poteva portare con sé ed esser stato costretto a scegliere tra i classici nella sua nuova biblioteca carceraria: Tolstoj, Dostoevskij o Cechov. "Non trovo altrettanto buio nella descrizione della disperazione e della povertà in Fiodor Mikhailovic Dostoevskij. In effetti, dopo aver finito Nel burrone (racconto di Cechov ndr), ho fissato il muro con sguardo assente per cinque minuti. Chi avrebbe potuto dirmi che Cechov è lo scrittore russo più deprimente?", le parole usate dallo stesso Navalny e dirette all'amico.

A differenza delle precedenti lettere di Navalny, questa era scritta a mano su un semplice foglio di quaderno a quadretti, ed era stata originariamente inoltrata come fotografia da Yulia Navalnaya, la moglie dello stesso Navalny. La nuova struttura carcerare non consentiva tuttavia il servizio di scrittura elettronica delle lettere offerto dalla sua precedente prigione. Era ormai chiaro, ha evidenziato il Nyt, che il Cremlino fosse intenzionato a metterlo a tacere. Del resto gli avvocati che lo avevano rappresentato per la maggior parte del tempo dietro le sbarre erano in prigione, mentre le lettere e i visitatori avrebbero impiegato più tempo per raggiungerlo nella sua collocazione.

Libri e lettere

Navalny si vantava di aver letto 44 libri in inglese in un anno, e si stava preparando metodicamente per il futuro: affinando la sua agenda, studiando memorie politiche, discutendo con i giornalisti, dispensando consigli di carriera agli amici ed esprimendosi sui post virali sui social media che il suo team era solito inviargli. Nei suoi messaggi pubblici, il 47enne aveva definito il suo incarceramento un "viaggio spaziale".

Lo scorso autunno era più solo che mai, costretto a trascorrere gran parte del suo tempo in isolamento, e senza tre dei suoi avvocati, arrestati per partecipazione a un "gruppo estremista". Ciò nonostante l'ex oppositore di Vladimir Putin era riuscito a restare al passo con gli eventi attuali. Ad un altro amico, il fotografo russo Evgeny Feldman, Navalny aveva confidato che l’agenda elettorale dell’ex presidente degli Stati Uniti Donald J. Trump gli appariva "davvero spaventosa". "Trump diventerà presidente" se la salute del presidente Biden dovesse risentirne, ha scritto Navalny dalla sua cella di massima sicurezza. "Questa cosa ovvia non riguarda i democratici?", commentava preoccupato.

Navalny è stato in grado di inviare centinaia di lettere scritte a mano, grazie alla digitalizzazione del sistema carcerario russo. Attraverso un sito web, le persone potevano scrivergli per 40 centesimi a pagina e ricevere le scansioni delle sue risposte, in genere una settimana o due dopo averle inviate, e dopo che erano passate attraverso un controllo (prima del trasferimento nell'Artico). In una lettera dello scorso aprile inviata alla conoscente Ilia Krasilshchik, Navalny aveva confessato di preferir leggere 10 libri contemporaneamente e "passare da uno all’altro", ma anche di aver imparato ad amare le memorie letterarie: "Per qualche motivo le ho sempre disprezzate. Ma in realtà sono fantastiche".

Sollecitava spesso consigli di lettura, ma li dispensava anche. Descrivendo la vita carceraria a Krasilshchik, in un messaggio di luglio, aveva raccomandato nove libri sull'argomento, incluso un set di tre volumi di 1.012 pagine del dissidente sovietico Anatoly Marchenko.

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